Continuano gli appuntamenti al “Cafè teologico”. Ospite dell’incontro di lunedì 2 marzo è stato il magistrato Alfredo Mantovano, che ha risposto alla domanda: “La famiglia è superata?”. Esponente del comitato “Sì alla famiglia”, Mantovano è membro dell’associazione “Alleanza cattolica” e si è spesso occupato, come politico e con alcuni interventi su vari giornali, di temi legati alla famiglia.
Nella serata tifernate, ha esordito illustrando alcune minacce rivolte alla famiglia tradizionale, provenienti anche dalla politica e dagli organi di governo. “Nella nostra legislazione – ha affermato – manca l’attenzione al fattore famiglia. Ad esempio, si prende in considerazione soltanto il reddito individuale; un fatto che può portare all’applicazione di scelte politiche sbagliate, non in equilibrio con il reale nucleo familiare. In un contesto ostile alla famiglia – ha aggiunto Mantovano, ponendo l’accento sui recenti dati demografici relativi all’Italia – nascono anche meno figli”.
Con una serie di esempi ha poi presentato varie leggi che possono portare a una svalutazione del concetto di matrimonio dal punto di vista culturale e antropologico. Le norme sul divorzio facile e sul divorzio breve, infatti, oltre a semplificare il processo di separazione, porterebbero anche a svalutare l’importanza dell’unione coniugale: “Queste norme sviliscono un passaggio importante della nostra vita, come il matrimonio, che oggi si è indotti a ritenere quasi fosse un contratto privato”.
Questo svilimento, d’altra parte – come affermato ancora da Mantovano – appare una sorta di paradosso, se confrontato con un’altra tendenza presente nella nostra società: le rivendicazioni di alcuni gruppi Lgbt [lesbo, gay, bisex, trans] che vorrebbero fosse riconosciuto il matrimonio omosessuale. “Da un lato, dunque, si ha un matrimonio sempre più esile; dall’altra si cercano di avvicinare le unioni tra persone dello stesso sesso a forme sempre più vicine al matrimonio” ha spiegato il magistrato, che ha quindi riportato alcuni diritti riguardanti i conviventi, già riconosciuti da decenni nel nostro Paese.
“Per contrastare tutte queste tendenze – ha concluso – ci è richiesto di avere la consapevolezza di quanto avviene, sia nella società sia in Parlamento, e di mobilitarci per combattere queste battaglie, soprattutto dal punto di vista culturale, tenendo sempre a mente che nella Storia, come ci ha insegnato san Giovanni Paolo II, nessuna cosa è ineluttabile”.