La figura di Madre Speranza nella Chiesa di oggi

A colloquio con il card. Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi

Circa un mese fa a Collevalenza si sono svolte solenni celebrazioni in occasione del XX anniversario della morte della Venerabile Madre Speranza, culminate con la presenza del card. Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Ricordando tale avvenimento, che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone giunte da tutta Italia presso il Santuario umbro, si è ritenuto opportuno porre alcune brevi domande al cardinale, che si desidera qui ringraziare per la disponibilità concessa.Eminenza, il Santo Padre in data 23 aprile del 2002 nella Sala Clementina ha firmato il Decreto con cui, a soli 19 anni dalla morte, Madre Speranza di Gesù è stata dichiarata “Venerabile”, come può spiegarsi la relativa velocità di questa Causa di beatificazione?”Trascorsi i cinque anni dalla morte di Madre Speranza, previsti dalle norme vigenti, fu subito iniziato nella diocesi di Todi il processo per la raccolta delle prove sulle virtù. Conclusosi nel 1990, gli atti (30 grossi contenitori) furono trasmessi alla Congregazione delle Cause dei Santi. Gli attori o promotori della causa di canonizzazione consegnarono nel 1993 la Positio (3 volumi di complessive 2.378 pagine), per essere studiata dai Consultori teologi e, in seguito, dai Cardinali e Vescovi membri. Inoltre, nel 2001, fu istituito il processo su un presunto miracolo attribuito all’intercessione di Madre Speranza. Questi dati mostrano come gli attori abbiano compiuto il loro lavoro con notevole diligenza, consentendo di arrivare alla dichiarazione delle virtù eroiche entro un tempo relativamente breve”. Considerando come nel Magistero di Giovanni Paolo II il messaggio dell’Amore misericordioso costituisce uno dei tratti ricorrenti, a partire dall’Enciclica Dives in misericordia promulgata nel novembre 1980, al pellegrinaggio al santuario di Collevalenza dopo un anno esatto da quell’evento, fino alla recente inaugurazione del santuario in Polonia, è lecito notare una particolare attenzione del Sommo Pontefice nel voler indicare al popolo cristiano all’inizio del terzo millennio la figura della fondatrice della Famiglia dell’Amore Misericordioso?”L’Amore Misericordioso è una sfaccettatura delle inesauribili ricchezze di Cristo, già abbozzata negli scritti di santa Teresa del Bambino Gesù, proclamata pochi anni fa Dottore della Chiesa. Alla sua diffusione, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, hanno contribuito quasi in contemporanea e in luoghi geograficamente distanti fra loro Santa Faustina Kowalska, Madre Speranza, la passionista toscana Maddalena Marcucci e altri ancora, per alcuni dei quali è attualmente in corso il processo di canonizzazione. Tutti furono strumenti di un disegno di Dio, con un tratto comune. Gli strumenti rimangono sempre in secondo piano, ciò che conta è che gli uomini scoprano la Misericordia di Dio, e si rivolgano a Lui con un desiderio di conversione sincera”. Ricordando come la Spagna sia stata una terra particolarmente feconda di grandi santi, quali ad esempio san Ignazio di Loyola e santa Teresa d’Avila, quale ritiene sia il tratto più caratteristico della spiritualità della suora spagnola, giunta a Roma già nel 1936 e trasferitasi in uno sperduto borgo della campagna umbra nel 1951, e quale l’incidenza di tale figura nella Chiesa attuale e futura?”I Santi, persone profondamente inserite nella storia, mostrano come la santità non sia mai disincarnata. Al tempo stesso la loro figura è universale, oltrepassando i confini del tempo e dello spazio e possedendo una sorprendente modernità, che tuttavia scorre entro gli argini del canale plurisecolare della Chiesa, alimentato dalla sua fonte perenne in Cristo. L’incidenza concreta di Madre Speranza nella Chiesa di oggi e di sempre penso che si possa evidenziare su un doppio binario: da una parte, la sua persona, tutta protesa a compiere la volontà di Dio, assecondando docilmente l’azione dello Spirito Santo nel realizzare il progetto al quale si sentiva chiamata. E, dall’altra, la Famiglia dell’Amore Misericordioso, da lei fondata, depositaria del suo carisma e continuatrice della sua opera. Tutto ciò converge icasticamente nel Santuario di Collevalenza”. Dallo studio degli scritti lasciati da Madre Speranza, alla luce della rivelazione di Dio visto come Padre buono e Amore Misericordioso, qual è lo spessore spirituale che può essere utilizzato dalla Chiesa con un fine pedagogico nel mondo di oggi, dove la pace e la tolleranza tra i popoli corrono seri e gravi pericoli?”Nell’Enciclica Dives in misericordia, Giovanni Paolo II ha scritto: “Quanto più la missione svolta dalla Chiesa si incentra sull’uomo, quanto più è, per così dire, antropocentrica, tanto più essa deve confermarsi e realizzarsi teocentricamente, cioè orientarsi in Gesù Cristo verso il Padre” (n.1). In Madre Speranza c’è un modello compiuto di come mettere in pratica queste parole. La grazia di Dio la spinse in un primo momento verso l’aspetto antropocentrico, manifestando agli uomini la Misericordia di Dio attraverso opere concrete. Basterà ricordare in proposito l’accoglienza di ragazze povere e di orfani di guerra in Spagna e, successivamente, a Roma, la sua opera instancabile di assistenza ai bisognosi nel corso della Seconda Guerra mondiale. Poi, in modo graduale, si è resa sempre più manifesta la dimensione teocentrica o verticale, già esistente fin dall’inizio. I due aspetti, l’Amore di Dio che si riversa sugli uomini, e la risposta dell’uomo che si rivolge a Dio, sono complementari”. Qual è il suo rapporto personale con la figura di Madre Speranza? Ha avuto l’opportunità di conoscerla personalmente? Dopo aver celebrato il ventesimo anniversario della morte di Madre Speranza presso il santuario con una larga e sentita partecipazione di devoti e fedeli, c’è qualche cosa che l’ha colpita di più di quella giornata? “Ho avuto una sola volta l’occasione di conoscerla personalmente. Ero allora molto giovane, e accompagnai un sacerdote anziano che desiderava parlare con la Madre. Fui presente al loro incontro, ma rimasi in silenzio ad ascoltare e il ricordo di quel momento rimane impresso nella mia memoria. Della giornata recentemente trascorsa a Collevalenza mi ha commosso la devozione sincera di tanta gente che si reca al santuario. È da augurarsi che i frutti siano sempre più abbondanti”.

AUTORE: Federica Sabatini