La forza della vocazione

Lezione in inglese di padre Vijaya Paul in una classe dell'Itc Capitini

Perugia, da sempre città crocevia di popoli e religioni, ha avuto nelle scorse settimane come ospite, presso alcuni istituti scolastici tra cui l’Itc Capitini di Perugia (dove ha tenuto una bella lezione in inglese agli studenti di una classe del corso linguistico molto apprezzata dagli allievi), un sacerdote dell’India, insegnante ed educatore fra i giovani di quel lontano e bellissimo Paese, oggi purtroppo teatro di sanguinose repressioni di popolazioni cristiane. Il suo nome è Vijaya Paul, prete dal 1992 della diocesi di Warangal, stato dell’Andhra Pradesh. Dopo un primo tirocinio pastorale presso una parrocchia di un’area tribale, dal giugno 2002 è preside del Fatima College of Education, istituzione preposta alla formazione di insegnanti: ‘Tengo in inglese lezioni in materie che riguardano l’organizzazione didattica. Nel College vengono ammessi anche studenti poveri e provenienti dalle campagne, dando a tanti giovani una collocazione sociale sicura: finora 1.120 persone! Come insegnante e come predicatore, lavoro per la nobile causa dell’educazione, e questo rafforza la mia vocazione’.Questo sacerdote ha conosciuto l’Italia e Perugia grazie ad un missionario laico, Giovanni Ciaravolo che, dopo aver saputo la sua attività, gli ha presentato una coppia perugina, Luciano e Luciana di Ferro di Cavallo, i quali lo presentarono a sua volta all’Unifam (Torino). Con questi amici ha sviluppato un programma di adozioni a distanza e per il sostegno delle donne attraverso il progetto della donazione di una bufala per ogni donna. Se gli domandiamo come sostenere la sua attività, padre Paul risponde: ‘Attraverso la preghiera, con un supporto finanziario di 220 euro all’anno per l’adozione di un bambino, o di 250 euro annui per l’acquisto di una bufala per una donna’. Infine una domanda è d’obbligo sulla situazione in india in questi ultimi tempi: ‘L’India è conosciuta per essere l’unione nella diversità. Nonostante la nostra divisione in molti Stati, la presenza di diverse culture, religioni, caste e razze, il nostro popolo è noto per la sua tolleranza, pace e tranquillità, e noi siamo molto orgogliosi di queste componenti. Sfortunatamente la situazione adesso è cambiata e campagne d’odio stanno crescendo’. E continua: ‘Nel 2007 si sono registrati 1.000 attacchi organizzati, per arrivare ad essere 4.000 nel 2008. Come riportato dalla Commissione di giustizia per Wadhwa, tra il 1990 e il 1998 la crescita della popolazione hindu ha raggiunto il 2,52%, mentre quella cristiana è pari allo 0,008%. I dati del censimento 2001 mostrano che la popolazione cristiana è pari al 2,04%, mentre i dati passati registravano percentuali maggiori: 2,32% nel 1991; 2,43% nel 1981 e 2,59% nel 1971’. Conclude il sacerdote: ‘È davvero preoccupante che le Chiese e le istituzioni cristiane e i cristiani stessi siano attaccati, soprattutto nello Stato dell’Orissa. I cristiani scappano dalle loro case e dai villaggi per cercare rifugio nelle foreste o in posti sconosciuti; sacerdoti e suore sono attaccati. La Chiesa indiana crede che dopo ogni morte c’è la risurrezione, così la nostra Chiesa perseguitata guarda avanti aspettando quel giorno. Inoltre la storia della Chiesa ha dimostrato che i credenti sono sempre aumentati proprio durante le persecuzioni senza mai perdere la nostra fede nel Cristo, ma anzi difendendola con tutta la nostra forza. Preghiamo sempre per la pace e l’armonia dell’India e del mondo intero’.

AUTORE: Luca Oliveti