La Giunta delibera la Convenzione con la Ceu

L’inaugurazione della Galleria nazionale dell’Umbria ha riportato in evidenza il legame profondo che c’è stato nei secoli tra la fede e l’arte. Tra dipinti e sculture di santi e Madonne con bambino e crocifissioni ora, con l’apertura di nuove sale, c’è anche la ‘sala degli ori’ in cui sono esposti preziosi reliquiari, ostensori, calici e croci astili, ossia oggetti realizzati per essere utilizzati nelle celebrazioni liturgiche. Opere splendide, soggetti che si ritrovano nei musei ecclesiastici umbri che si sono uniti in “rete”, e che la Regione vorrebbe legare in qualche modo al sistema museo regionale. Un progetto su cui il confronto tra Regione e Conferenza episcopale umbra è stato lungo e dibattuto, ma che sembra sia giunto ad accordo di massima nel testo di aggiornamento della Convenzione (siglata nel 1994) che lega la Regione alla Conferenza episcopale umbra per la cura dei beni culturali e dei monumenti. Il testo approvato dalla Giunta regionale il 19 giugno, su proposta dell’assessore alla cultura Gianfranco Maddoli, dovrà essere ora approvato dalla Conferenza episcopale umbra e se l’esito sarà positivo verrà formalmente sottoscritto dalle parti. L’accordo prevede un comune impegno alla tutela, alla valorizzazione ed alla fruizione da parte del pubblico del vasto patrimonio storico culturale religioso dell’Umbria. Nel rinnovare la Convenzione tra Regione e Ceu viene espressamente riconosciuta la specificità del patrimonio culturale di proprietà degli enti ecclesiastici e è formalizzato l’impegno comune a “mantenere i beni culturali nel contesto geografico proprio” e a esplicitarne “i valori storici, religiosi, artistici, sociali e materiali, fatto salvo il primario valore religioso e culturale degli edifici sacri”. Nel testo Regione e Ceu “convengono sulla necessità di promuovere la organizzazione e il funzionamento del sistema museale regionale e del sistema bibliotecario e archivistico regionale”. La Regione parteciperà, con gli stanziamenti previsti dalle leggi di settore, al finanziamento degli interventi necessari alla manutenzione e tutela degli immobili e delle opere. E questo in attesa della nuova legge sui musei, che potrebbe essere approvata entro l’anno.

AUTORE: M.R.Valli