Il 17 maggio si è tenuto presso la Facoltà di Economia dell’Ateneo perugino un convegno sulle caratteristiche, tendenze, prospettive della New Economy (o ‘Nuova’ Economia), che può definirsi come quell’insieme di nuove conquiste tecnologiche e di corrispondenti assetti istituzionali (norme, organizzazioni,’) che hanno contraddistinto negli anni recenti le attività economiche a livello globale, ma con particolare intensità l’economia dei paesi occidentali e soprattutto degli Usa. Le tecnologie della New Economy concernono le cosiddette Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) la microelettronica, il comparto computer & software, e Internet; riguardano cioè la capacità di immagazzinare, elaborare, comunicare informazioni in tempo reale e a costi molto contenuti. Molti studiosi tendono ad interpretare la New Economy come una vera ‘rivoluzione tecnologica’, in quanto sembra accompagnarsi ad una significativa riduzione di costi di molti prodotti e servizi, ad un miglioramento di molti prodotti e processi, ad un soddisfacente grado di accettabilità politica, sociale e ambientale. Nel corso del Convegno sono stati valutati, alla luce delle esperienze dei paesi occidentali, tali effetti positivi (sottolineati in particolare dal pensiero liberista, nel contesto ‘neoclassico’, con particolare riferimento a aumenti della produttività del lavoro, al potenziamento della concorrenza e connessa riduzione dell’inflazione, all’aumento di flessibilità del mercato del lavoro e all’aumento di efficienza dei mercati finanziari). Sono state altresì sottolineate alcune possibili conseguenze negative (sottolineate dal pensiero ‘interventista’, nel filone ‘neokeynesiano’): in generale, minore stabilità rispetto alla ‘Old Economy’, all’economia tradizionale. A questo riguardo, si fanno osservare gli eventuali effetti negativi sull’occupazione, dovuti agli aumenti di produttività determinati dalle Tic, la maggiore instabilità dei consumi, anche per l’instabilità delle propensioni dei consumatori (tra l’altro dipendenti dall’effetto-ricchezza delle oscillanti dinamiche azionarie), la maggiore instabilità degli investimenti, legati strettamente al progresso tecnologico. Politiche più coraggiose per l’UmbriaAnche sull’economia dell’Umbria le conseguenze della New Economy sono molteplici e rilevanti, sia di tipo diretto che indiretto. Innanzi tutto per effetto delle modifiche indotte nell’assetto della concorrenza e della divisione del lavoro a livello nazionale, europeo, globale, modifiche che si riflettono, positivamente o negativamente, negli andamenti dei diversi comparti in cui si articola il tessuto produttivo regionale. Vanno sottolineate in particolare le conseguenze delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) sull’organizzazione della produzione. Esse permettono di collegare efficacemente le imprese tra loro e con i mercati. Favoriscono la formazione sia di imprese a rete che di reti di imprese. Possono quindi rivelarsi particolarmente utili in un tessuto produttivo come quello umbro, favorendo le aggregazioni tra piccole e medie imprese, e permettendo così a ciascuna di queste di superare, almeno in parte, gli svantaggi della piccola dimensione. In ogni caso promuovono un tipo di organizzazione di impresa, e di circolazione delle informazioni all’interno di questa, che, insieme agli orientamenti all’innovazione e alla qualità, possono spingere verso la più piena valorizzazione delle risorse umane e il loro coinvolgimento nei processi di decisione e governo dell’impresa. Le più recenti indagini sul manifatturiero umbro (quale l’indagine annuale UnionCamere) segnalano una sensibile diffusione delle Tic in tutte le principali articolazioni di questo. Si apre in corrispondenza un ampio campo operativo per le politiche industriali, in particolare a livello regionale, sia per lo sviluppo tecnologico delle attività ed organizzazioni d’impresa, sia per la formazione corrispondentemente richiesta al personale, sia per la costruzione di infrastrutture richieste per il migliore impiego delle Tic. Il ‘Patto per lo Sviluppo dell’Umbria’, sottoscritto un anno fa, prevede, in particolare per l’azione strategica di ‘potenziamento dei fattori di sviluppo economico e di competitività’, una molteplicità di interventi, a vario titolo, per la diffusione e il potenziamento dell’impiego delle Tic. L’importanza di questa linea di azione suggerisce l’opportunità di una politica il più possibile consapevole ed organica, che sappia tener conto delle molteplici interdipendenze tra i vari aspetti implicati.
La New Economy entra nelle imprese umbre
Le tecnologie della comunicazione nodo cruciale per lo sviluppo dell'economia umbra
AUTORE:
Pierluigi Grasselli