“La nostra casa ora è più vicina”

Capodarco più vicina all'ingresso nella Trinità dopo la sostanziosa offerta della Curia eugubina

Sotto la direzione dell’architetto Zoe Mario Rossi procedono alacremente i lavori che, a breve, permetteranno l’apertura della sede della Comunità di Capodarco dell’Umbria nell’ex Monastero della Trinità, in corso Garibaldi 111/113. Non sarà l’intera comunità a trasferirsi, certamente, in quanto dei circa 5.000 mq che misura l’intero stabile solo un migliaio sono in via di sistemazione. Decisivo in proposito l’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Nella parte che è diventata proprietà della Comunità, quella che non ha finestre che diano sull’interno (in modo che quando, in futuro, le Sorelle Clarisse volessero ritornare non abbiano ostacoli), e dunque quella che si affaccia su corso Garibaldi, si insedieranno gli Uffici della Comunità di Capodarco (attualmente sistemati nell’estrema periferia di via Borromini) e soprattutto il Presidio Socio-Riabilitativo a ciclo diurno che la Comunità gestisce: quello – per intenderci – frequentato giornalmente da Franchino, Massimino, Fernanda…: i “ragazzi” più conosciuti e amati di tutta la Comunità. In vista di questo rilancio della Comunità, che finalmente si insedia nel cuore di Gubbio, una signora che ha voluto mantenere l’anonimato, secondo quanto già comunicato dai mass media, ha donato tutti i suoi gioielli: essi si stanno via via vendendo, se ne ricaveranno non meno di 2.000/2.500 euro. Un’altra signora, anch’essa anonima, si è fatta presente con una robusta offerta personale. Particolarmente significativa l’offerta della diocesi di Gubbio: 16.000 euro, quanto occorre per acquistare l’ascensore che dal livello di corso Garibaldi raggiunge il II piano. Nel ricevere con profonda gratitudine dalle mani del suo vescovo mons. Pietro Bottaccioli l’offerta della diocesi alla quale ha ribadito di essere fiero di appartenere, il presidente della Comunità di Capodarco dell’Umbria, don Angelo Fanucci, ha dichiarato che nella misura in cui ci aiuta a salire in alto, verso il Dio di Gesù, quello che ha fatto dei meno fortunati “un luogo teologico di prima grandezza”, la Chiesa ci motiva in radice a tornare fra i fratelli più bisognosi con l’atteggiamento giusto: per condividere con loro, giorno dopo giorno, nella ferialità del quotidiano, gioie e speranze, tristezze e angosce e sorrisi e fatiche.

AUTORE: Giampiero Bedini