Avevamo incontrato don Mario Cornioli già nel febbraio del 2012 durante la presentazione del volume fotografico Un muro non basta di Andrea Merli. L’occasione si è ripresentata sabato scorso quando il sacerdote è stato nuovamente a Città di Castello presso la chiesa di Santa Maria Maggiore, invitato dall’associazione Habibi di cui è presidente.
Dopo il saluto di don Tonino Rossi e del vescovo Cancian, Gaetano Zucchini ha presentato l’associazione, nata dalla volontà di persone della Valtiberina che – sulla scia di un pellegrinaggio in Terra Santa – hanno scelto di non tacere, anzi di adoperarsi per la divulgazione della cultura e della storia di questa terra.
Habibi promuove azioni a sostegno della Casa dei bambini “Gesù”, struttura presso la quale don Mario, originario di Sansepolcro, ospita bambini con gravi disabilità, che possono sopravvivere solo grazie al grande cuore di tanti volontari spesso italiani, e ancora più spesso altotiberini.
Abuna Mario, come viene chiamato da palestinesi e israeliani, racconta del suo viaggio lungo le strade della Palestina, dove ha scelto di vivere per sostenere la difficile realtà di convivenza in questa terra dove dal 2002 è iniziata la vergognosa costruzione di un muro che separa Palestina da Palestina, volutamente eretto a zig-zag con la strategia di privare chi resterà oltre il muro delle risorse più importanti: l’acqua, la terra, gli ulivi.
Cornioli ha scelto di vivere a Betlemme, oltre quel muro che sta dividendo in due anche la sua parrocchia. Ha provato tanti ricorsi per fermarne la costruzione, ma oggi la sua unica arma è la preghiera, quella speciale “Intifada” della preghiera che vede lui e la sua gente riunirsi sotto gli ulivi o di fronte al muro e “sparare” Ave Maria “perché la nostra voce, che non è ascoltata orizzontalmente dalle autorità, salga al Signore”. Parla anche di Gaza: “È l’inferno. E se vi racconteranno che lì ci sono i terroristi sappiate che il terrore c’è, è negli occhi dei bambini”.
Come il samaritano che scende da Gerusalemme a Gerico si ferma a soccorrere l’uomo bisognoso a terra, in Palestina oggi a terra c’è tutto un popolo ferito, umiliato, segregato, privato della propria identità. L’aiuto che concretamente è possibile dare è fatto di informazione corretta, di approfondimento della conoscenza di questo popolo e della vera realtà delle cose, per resistere al male alimentando una speranza di pace.
Testimonial d’eccezione dell’iniziativa, l’attore e scrittore Giuseppe Cederna che ha raccontato la sua personale esperienza di speranza vissuta durante il viaggio nel quale ha incontrato don Mario. Anche la corale “Marietta Alboni”, che recentemente ha visitato la Terra Santa, ha voluto offrire un omaggio musicale.