La passione per l’Altro

Primo appuntamento del nuovo ciclo “Cattedra per il dialogo”

Sabato 10 aprile nel duomo di Orvieto si è tenuto il primo appuntamento del nuovo ciclo della “Cattedra per il dialogo”, promosso da Mirum, associazione culturale nata per offrire un proprio contributo al dibattito culturale della città. La lectio questa volta era dedicata alle “Passioni dell’uomo moderno”, con la finalità di avviare una riflessione sulla crisi della società contemporanea. Gli ospiti, capaci di dare un particolare contributo al tema, sono stati il poeta e scrittore Davide Rondoni e il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia, saggista e assistente spirituale della Comunità di Sant’Egidio. Il dibattito, aperto da Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza di Roma, è stato coordinato dall’inviato del Tg2 Sandro Petrone. Incisivi sono stati gli intermezzi musicali di Erica Boschiero, cantautrice veneta autrice di testi di particolare spessore. In un suo brano si legge: “Ogni scorrere del tempo è ricamato dalla traiettoria dell’eternità, in cui è celata ogni foglia che cadrà… L’importante è percepire la luce del primo raggio, per cogliere la speranza riposta in un seme”. Quello che si è cercato di proporre con gli incontri in duomo è stato proprio il seminare uno spunto di riflessione. L’obiettivo consiste nel risvegliare forze vitali, in grado di cambiare i cuori delle persone, per arrivare poi a cambiare il mondo. Rondoni nella sua riflessione ha evidenziato come una passione sia sempre una ferita all’autodeterminazione dell’uomo, risultando una scoperta evidente di come siamo fatti per l’alterità. Ogni individuo è frutto di relazioni, non è certamente solo l’individualità. Oggi il pericolo è il ripiegamento su se stessi, con il conseguente smarrimento dovuto al vuoto della solitudine. Sulla stessa scia, mons. Paglia ha ricordato come il vero problema sia la mancanza di passioni, nel momento in cui le persone si accontentano di una vita mediocre, dove domina solo l’inerzia. L’Italia è come se fosse diventata un fiume, lontano dalla sorgente e dal mare, che scorre in pianura senza energia, un luogo dove sono spariti i sogni e le utopie. Viviamo in una società che non spera più, ognuno ripiegato su se stesso. L’assenza di passioni è lo svilimento del Vangelo, che invece dovrebbe rendere tutti i cristiani testimoni credibili della Resurrezione. Per questo bisogna riprendere a pensare, ad utilizzare la capacità critica, ad essere fermento vivo nella massa del qualunquismo. La passione, che fa uscire da se stessi, mette in comunicazione le persone. Si può così giungere all’“assurdo” cristiano, che in realtà risulta il più umano di tutto, ossia l’amore che supera ogni ostacolo e scopre l’altro non come nemico ma come fratello.

AUTORE: Federica Sabatini