La scelta della missione

Chiuso il convegno diocesano sulla missionarietà delle parrocchie. Gettate le basi per un cammino di tutta la Diocesi

“Il volto missionario della parrocchia”: è stato questo il tema dibattuto nell’ambito del convegno ecclesiale svoltosi a Ciconia, presso la parrocchia di Maria SS. Madre della Chiesa, la più grande della diocesi per numero di abitanti. Il convegno ha richiamato l’attenzione non solo di sacerdoti, ma anche laici e tra questi molti giovani, provenienti da tutta la diocesi, che per due giorni hanno assistito agli interventi dei relatori e dibattuto in modo propositivo sulle tematiche presentate. Non solo per la levatura e lo spessore degli interventi, ma anche per la partecipazione attiva delle persone, il convegno ha centrato il suo obiettivo, cioè far riflettere tutti, sacerdoti e laici, sulla necessità di porre le nostre parrocchie sempre più fermamente sul binario della missionarietà. Lo stesso Vescovo diocesano, in apertura del convegno, ha voluto precisare l’importanza di questo momento di riflessione pastorale, dal quale le parrocchie devono trarre il senso del loro essere missionarie: “La parrocchia è missionaria ed eucaristica. Per essere una comunità propositiva deve prendere la sua forza, il suo stile ed il suo ritmo dall’Eucaristia e dalla Parola di Dio. Da qui vogliamo ripartire e da qui ricostruire le nostre comunità”. Un modo per rimotivare le nostre comunità a porsi di nuovo come centri di riferimento nei confronti della società, in un contesto non facile come quello odierno, in cui il numero dei praticanti si è drasticamente ridotto. Sono state compiute analisi molto puntali sui meccanismi di cambiamento che hanno posto in difficoltà l’operato delle parrocchie, sia dal punto di vista della loro “rilevanza istituzionale”, che da un punto di vista strettamente pastorale. Le parrocchie devono mettere allora in campo nuove strategie, esulare dalla stretta territorialità che le caratterizza, andare al di là della cosiddetta pastorale ordinaria, in un quadro che comporta una vera e propria “conversione pastorale”, un cambiamento di mentalità e di strumenti che permettano di entrare negli ambienti di vita della gente: nelle famiglie, nelle scuole, negli ospedali, nelle occasioni del tempo libero, promovendo nuovi modi di coinvolgimento. Tutto questo è possibile senza perdere di vista il fine vero e primario della Chiesa, che è l’annuncio della Parola di Dio, riprendendo il discorso della centralità dell’ascolto della Parola, che mons. Scanavino ha più volte ricordato in occasione di molti incontri e celebrazioni. Perché l’azione missionaria delle parrocchie sia produttiva è necessario, allora, perché non sia solo un “accanimento pastorale”, come ricordava mons. Chiarinelli, vescovo di Viterbo, che sia una azione mirata, ispirata dai canoni dell’accoglienza, del dialogo, della condivisione, del dono.

AUTORE: Francesca Carnevalini