La sconfitta brucia al Pd

Rossi-Leonelli-cmykLa sconfitta di Perugia ha lasciato il segno in casa Pd. La minoranza (dalemiana-bersaniana) ha chiesto le dimissioni del segretario regionale, Giacomo Leonelli, e del segretario provinciale, Dante Andrea Rossi (candidato, sconfitto, alla poltrona di sindaco di Spoleto).

Con un durissimo comunicato è stato evidenziato che “negare l’evidenza delle proprie responsabilità, come stanno facendo Leonelli e Rossi, è inaccettabile e lesivo della credibilità e autorevolezza del gruppo dirigente del Pd nel guidare quella comune assunzione di responsabilità necessaria per affrontare con spirito unitario i prossimi difficili mesi”.

Nel frattempo il segretario spoletino del Pd, Andrea Bartocci, ha rassegnato le dimissioni, mentre si è rimesso alla decisione della stessa assemblea che lo aveva eletto pochi mesi fa il segretario perugino del Pd, Francesco Giacopetti. Questi ha spiegato che la decisione è stata dettata “per responsabilità e generosità nei confronti del Pd, con l’obiettivo di sgombrare il campo da ogni pericolosissima strumentalità e favorire, invece, un dialogo serio e non impantanato in logiche meramente spartitorie”. Ma Leonelli non ci sta a passare per capro espiatorio e si prepara all’assemblea regionale del partito prevista nei prossimi giorni. E intanto pensa a come riorganizzare il Pd in Umbria, a partire dai suoi livelli territoriali, tenuto conto anche dei nuovi assetti istituzionali (nuove Province e Unioni dei Comuni).

Tra le altre proposte c’è quella di fare – dice Leonelli – “una grande campagna di tesseramento che aiuti i Circoli territoriali a rinnovarsi, nella consapevolezza che il rinnovamento invocato non può realizzarsi solo dalla testa”.

Si pensa anche al futuro, cioè alle prossime regionali, “attraverso un percorso chiaro, possibilmente senza tafazzismi, né inutili spargimenti di sangue, per arrivare alla scelta del candidato presidente e degli aspiranti consiglieri”. Vale la pena di ricordare che si annuncia molto pesante la scelta dei consiglieri regionali, che passeranno da 30 a 20. Sul “no” alle dimissioni, Leonelli ha spiegato che “in questi giorni molti sono stati gli incoraggiamenti a proseguire il nostro percorso da parte di cittadini, sindaci, iscritti, oltre che dai massimi esponenti del Pd nazionale. Nei loro incoraggiamenti c’è l’invito unanime a proseguire nel lavoro iniziato il 16 febbraio”, il giorno dal quale Leonelli ha preso il posto di Lamberto Bottini. Sono passati solo quattro mesi, ma già tutto è tornato in discussione.

 

AUTORE: Emilio Querini