La Siria tra Covid ed embargo

Sembra essere caduto nel vuoto l’appello di Papa Francesco alla comunità internazionale perché venissero tolte le sanzioni economiche alla Siria.

Chi pensasse che sia grande il nostro disagio da “lockdown”, lo confronti con l’emergenza della pandemia che si aggiunge e peggiora la condizione di miseria della popolazione siriana a causa del conflitto in corso ormai da più di nove anni.

Le voci drammatiche che giungono dalla regione di Idlib sono veri e propri gridi di dolore. Ce li riportano i francescani della Custodia di Terra Santa con padre Firas Lufti. “Ho sentito un papà che mi dice di preferire la morte per coronavirus a quella per la fame. Vedere i miei figli gridare per la fame davanti ai miei occhi è davvero tremendo”. Per questo New Humanity, la Ong del movimento dei Focolari, ha dato vita a una raccolta di firme per chiedere la sospensione dell’embargo che, come sempre, viene pesantemente pagato dai poveri e non certo dai “signori della guerra”.

La stessa condizione si vive nella Striscia di Gaza (la più densamente popolata al mondo) e in Iran, dove l’embargo non viene dalla comunità internazionale ma dall’Amministrazione Usa. Pax Christi International ha rivolto un appello a Donald Trump affinché sospenda le sanzioni contro queste popolazioni.

L’effetto secondario di una tale decisione sarebbe anche di contribuire a creare un clima di maggiore fiducia nel panorama internazionale. Ne abbiamo tanto bisogno. L’embargo fatelo per le armi!

Tonio Dell’Olio