“La varietà dei carismi è la vera ricchezza della Chiesa. La nostra consacrazione – ha detto il Vescovo – è rinnovare il nostro amore”

Orvieto. Celebrata la Giornata della vita consacrata

Lunedì 2 febbraio, in Cattedrale ad Orvieto, è stata celebrata la Giornata della vita consacrata . La ricorrenza è giunta quest’anno alla sua ottava edizione ed è ricordata in tutto il mondo cristiano. La celebrazione si propone di rendere grazie al Signore per il dono della vita consacrata e per mettere in rilievo il servizio e la testimonianza resi all’intero popolo di Dio dalle persone consacrate. La celebrazione di quest’anno è stata animata da uno spirito particolare. Il vescovo Scanavino, anche lui, appartenente all’ordine religioso degli agostiniani, è un consacrato … per eccellenza, perché oltre alla pienezza sacerdotale del suo Episcopato, può vantare un titolo in più, in virtù di una dedizione particolare al Signore sotto la regola di sant’Agostino. Quando dunque la piccola processione dei consacrati s’è mossa dalla cappella della Madonna per avviarsi a quella del SS.mo Sacramento, la sua persona la chiudeva con il pastorale in una mano e con il cero acceso nell’altra , a doppia ragione, perché anche lui, anima e corpo, è legato a quel drappello, di suore e di frati, che fa felice la Chiesa, perché essi della Sposa sono realmente l’anima e la luce, la parte più esaltante. “Dobbiamo, oggi- ha detto il Vescovo- rinnovare il nostro impegno. Se abbiamo il compito di riviltalizzare questa nostra Chiesa , ognuno consideri i doni ricevuti da Dio: il proprio carisma e quello della propria famiglia . La varietà di essi è la vera ricchezza della Chiesa : carismi di tanta preghiera e di tanto ascolto. Comunicare la fiducia nella parola di Dio – noi ‘consacrati’ siamo dei ‘convertiti’ a questa parola – e diffonderne l’ascolto nella preghiera, come esperienza per tutti, sarà fare comunione con Dio e con gli altri. Così saremo capaci di riconoscerLo nello spezzare il pane, come avvenne per i suoi discepoli. La nostra consacrazione è rinnovare il nostro amore”. È bastato tutto ciò, perché un’esile voce di donna, quasi a raccoglierle tutte, si proponesse sul silenzio fattosi più intenso : “Dio onnipotente ed eterno, confidando nella tua immensa bontà e spinta dal desiderio di servirti, rinnovo i voti e ti faccio promessa, Signore di tutte le cose, di povertà, castità, e obbedienza e mi impegno a realizzare la missione di evangelizzazione secondo lo spirito della mia Congregazione… Ma non era la sola: ognuno , dal fondo del cuore, riscopriva interamente il suo essere interiore per farne dono all’Altissimo.

AUTORE: M.P.