La via della sinodalità

Le Chiese umbre si preparano a vivere un anno che sarà davvero intenso, alla ricerca di una comunione crescente tra le otto diocesi e come risposta alle “stramature” che la pandemia ha acuito sul tessuto ecclesiale, già compromesso dalla crisi sociale, economica, etica e antropologica degli ultimi anni.

Dopo la nascita della Segreteria regionale, nell’arco del 2023 i passi già segnati sono almeno tre: la riunione del nuovo (e forse primo) Consiglio pastorale delle Chiese umbre, il rinnovo di tutte le Commissioni regionali che si occupano dei vari ambiti pastorali (dai giovani alla famiglia, dai consacrati alla carità, dal sociale all’ecumenismo e al dialogo interreligioso e altro ancora) e infine una nuova Assemblea ecclesiale regionale, che dovrebbe riunirsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

A cosa serve tutto ciò, si chiedono in tanti nelle nostre comunità diocesane? Non c’è il rischio di aumentare le “sovrastrutture” con l’effetto di offuscare la semplicità, l’immediatezza e la radicalità del messaggio evangelico? Le risposte a questi e altri interrogativi arrivano dalla serie di indicazioni raccolte dalla Segreteria pastorale nelle settimane scorse tra gli attuali coordinatori delle Commissioni regionali.

Basta solo scorrere le indicazioni relative ai temi da mettere in agenda dei nuovi organismi pastorali e ne esce quasi un vademecum per impostare la rotta della navigazione. Parole come sinodalità e comunione sono ricorrenti e mostrano una chiara esigenza di lavorare insieme, di condividere e confrontarsi, di avviare progetti unitari. Le Chiese diocesane dell’Umbria sentono poi l’esigenza di una formazione continua e a tutti i livelli, di ripartire da giovani e famiglie, con sguardo profetico e presenza costante nella società regionale, privilegiando l’ascolto della persona e delle sue necessità.

L’invito è a riscoprire le relazioni personali, a sperimentare l’inclusione per scongiurare solitudine e abbandono, a dare sempre maggiore importanza al ruolo dei laici, riscoprendo le tante vocazioni che ci sono nel Popolo di Dio. E ancora: passare dalle buone intenzioni ai progetti concreti, ritessendo con pazienza le trame delle nostre comunità.

Queste, in sintesi, le sollecitazioni che arriveranno sul tavolo del nuovo Consiglio pastorale regionale e sulle quali le otto Chiese diocesane dell’Umbria sono chiamate ad avere uno “sguardo comune”, camminando insieme e con convizione già da sabato 29 aprile, come raccontiamo all’interno del giornale.

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