L’Amore ci calamita

Intervista a Riccardo e Danilo, che il 19 marzo in duomo verranno ufficialmente ammessi in seminario

Il 19 marzo, nel duomo di Orvieto ore 17, i seminaristi Riccardo Ceccobelli della parrocchia dei Santi Giovanni Evangelista e Sisto in Pantalla-Ripaioli e Danilo Innocenzi della parrocchia del SS. Salvatore e dei santi Biagio e Lorenzo in Vasciano-Montenero-Pesciano saranno accolti tra i candidati al presbiterato. Ad entrambi rivolgiamo alcune domande insieme agli auguri per un cammino fecondo. Come stai vivendo questo importante passo nel cammino di preparazione al sacerdozio? Riccardo: ‘Con sincerità, fede, speranza, con l’autocoscienza sia della grazia di Dio che ci sostiene, sia dei limiti che ci ostacolano’. Danilo: ‘Con grande trepidazione e con l’animo di chi, per tutta la Quaresima, si è sforzato di meditare in modo più profondo il mistero pasquale e quello del sacerdozio, intimamente connessi. Combatto ogni giorno con le mie fragilità, ma sento di non essere solo. Anche l”ammissione’ non è una conquista ma un dono del Signore’.Cosa in particolare ha determinato la tua scelta vocazionale? Riccardo: ‘Be’, non ho (non hanno) ancora trovato una scusa, motivazione, via, chiamata che mi impedisca di continuare questa vocazione…’. Danilo: ‘Fin da piccolo ho percepito la bellezza del celebrare attorno all’altare di Dio e il bisogno della gente di avere il parroco accanto a sé. Nel tempo ho sperimentato, come una calamita, l’amore di un Dio che può scegliere anche il più povero e indifeso per dispensare il Suo amore’. Che vorresti dire o augurare oggi ai giovani? Riccardo: ‘Quel centinaio che leggerà queste righe, o le migliaia di migliaia che non le leggeranno? Ecco, ai primi auguro di comprendere che è meglio amare che essere amati, e ai secondi auguro di comprendere che sono amati, nonostante tutto, da Dio e dalla Chiesa’. Danilo: ‘Vorrei ringraziarli perché, ogni volta che vedo i loro volti, gioiosi o spenti, interessati o indifferenti, comprendo che vale la pena vivere appieno la vita cristiana e scommetterci tutto. I giovani sono potenzialmente i più propensi ad amare, e solo l’amore vince il male. Auguro loro di poter fondare sempre il loro amore sulla fedeltà di Dio’. Per concludere, un pensiero alla tua famiglia’Riccardo: ‘Visto che non mi capiterà più di poterli ringraziare attraverso un mass-media, dedico loro la maggior parte dello spazio consentitomi. Cari Carlo, Mirella, Carla, Alberto, Laura, Quintilia, Giuseppa, parenti e affini e amici e preti e compagni di merende, vi ringrazio per avermi cresciuto, educato alla vita e alla fede con l’esempio, i consigli ed anche coi ceffoni, perché oggi tutto questo non è più così scontato, e io che allora credevo un mio diritto poter far di testa mia! Vi ringrazio perché non mi avete mai considerato vostro, ma come una persona a voi affidata per la quale siete stati sempre pronti a dare il meglio di voi stessi e chiedere, nelle gioie e nel dolore, l’aiuto di Dio e della Chiesa. Per questo auguro a me stesso di trovarmi in punto di morte con una coscienza retta e sincera simile alla vostra. Grazie!’. Danilo: ‘Un grazie infinito per il dono della vita, per avermi fatto conoscere il Signore e per aver condiviso le mie decisioni. Prego Dio perché la ricompensi con pace e serenità. Vorrei estendere la mia riconoscenza a tutte le comunità parrocchiali che ho conosciuto, alla diocesi, mia grande famiglia, e al Seminario regionale’.

AUTORE: Michela Massaro