L’Arcivescovo ha incontrato i giornalisti

Domenica con le famiglie ha celebrato anche la Giornata per la vita

Il Vescovo incontra una categoria di lavoratori e ne viene una indicazione di metodo su come affrontare la vita. I lavoratori (lo ammettiamo, fanno un lavoro particolare) sono i giornalisti. L’occasione è la festa del patrono San Francesco di Sales. Sabato mattina, in una Perugia imbiancata, mons. Gualtiero Bassetti ha accolto direttori e redattori delle testate locali in episcopio e come suo uso ha proposto una riflessione che ha preso le mosse dal messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali che si celebra in maggio. L’arcivescovo è entrato con il discorso nella realtà multimediale del nostro tempo dove “tutto ormai diventa notizia”. Come uno del “mestiere” ha osservato che “fa notizia anche la nevicata di questi giorni un tempo ritenuta cosa normale e persino banale”, e ha osservato che in questo essere “frastornati dalle tante notizie, siccome tutto fa notizia, non riusciamo più a cogliere le cose veramente importanti”. Qui ha inserito la sua indicazione di metodo ripresa dal messaggio di Benedetto XVI che ha come titolo “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. Ai giornalisti, immersi per professione nel turbinio delle parole, ha illustrato la necessità di un delicato quanto essenziale equilibrio fra questi due elementi “per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone”, ma anche perché “là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti” il silenzio “diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio”. Rispondendo alle domande dei giornalisti l’Arcivescovo ha detto chiaramente che il silenzio di fronte ai media, in certe situazioni è un’esigenza, non una fuga. Lui stesso sabato mattina ha prevenuto le domande dei giornalisti parlando della “attenzione mediatica” cui è stato sottoposto “per un triste caso di cronaca in cui sarebbe coinvolto un nostro prete diocesano”. Ha ricordato che c’è al lavoro una “commissione diocesana di indagine, che sta portando a compimento il proprio lavoro” affinché lui possa pronunciarsi “su tutta la vicenda in modo sereno ed equo”. Finora non ha accettato interviste. I suoi silenzi, spiega, non sono tali non perché non sappia cosa dire ma sono “attesa dei tempi di Dio: se parlo troppo, se mi agito troppo, impedisco l’azione di Chi sa meglio di me cosa fare”. In questa vicenda sono state colpite le case di accoglienza in cui operava questo prete. “Ci sono circa 200 persone che vivono e operano in sei case. La nostra Chiesa le apprezza, le sostiene e le segue con grande attenzione” ha detto mons. Bassetti. “Chi è lì è lì per tenere la porta aperta a Gesù” che si presenta “nel povero e nelle persone dimenticate che lì hanno trovato una porta aperta” ha aggiunto Daniela Monni, direttrice della Caritas diocesana. “Queste opere non sono nate a tavolino, non sono servizi sociali, ma sono opere di carità. Certo abbiamo sempre da migliorare ma – ha concluso – non sono opere di una persona, sono segno dell’amore di Dio”. Nel colloquio con i giornalisti si è fatto riferimento anche alla giornata per la vita che si sarebbe celebrata il giorno dopo. Sfidando le avverse condizioni meteo molte famiglie si sono recate in cattedrale domenica pomeriggio per la messa celebrata dall’Arcivescovo. La Giornata per la Vita è stata anche la conclusione del “Mese della Famiglia” promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare. “Il tema che oggi è al centro di questa giornata mette in evidenza una questione fondamentale, oserei dire decisiva, per la nostra società: i giovani aperti alla vita” perchè qui è in gioco il futuro dell’umanità, ha detto l’arcivescovo sottolineando che “quello che noi offriamo ai giovani, e che siamo chiamati a testimoniare con la nostra vita, è un messaggio d’amore”. Citando il messaggio della Cei per la Giornata ha portato l’attenzione su quella che oggi è la “sfida centrale”: “educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica”. I testi dell’omelia e dell’intervento con i giornalisti sono disponibili sul sito web della diocesi www.diocesi.perugia.it

AUTORE: Maria Rita Valli