L’assegno scoperto di un Natale in crisi

Editoriale

Si parla tanto di crisi finanziaria ed economica. Il Natale, con la scenografia di luci e addobbi in strade, piazze e negozi, ed un certo soprassalto di solidarietà, riesce ad attenuare, ma non ad eliminare le preoccupazioni, il disagio e la sofferenza di molti. Soffrono in generale di più le persone sole, anziane, malate, con reddito fisso sotto i 1.000 euro. Le famiglie di coloro che sono stati licenziati o temono di esserlo a breve distanza di tempo. Quelle che tengono stretto con i denti un lavoretto precario e persino un qualche servizio saltuario in nero. Se uno guarda l’ingorgo ai semafori e ai parcheggi, può ritenere che nulla sia successo. Ma i 50 mila in cassa integrazione della Fiat di Torino e i 400 della New Holland di Lecce, più tutto l’indotto coinvolto, la chiusura di fabbriche in ogni regione, hanno spinto sacerdoti e vescovi a esprimere solidarietà e incoraggiamento. In maggiore tensione chi si trova a lavorare con un contratto a tempo determinato e senza immediate alternative. Oltre alla crisi economica, abbiamo avuto modo di scrivere in queste pagine anche di crisi del Natale come festa cristiana. Possiamo consolarci rilevando che nella maggior parte della nostra gente il valore di fondo, la tradizione delle feste natalizie, non viene meno. Nella maggior parte delle famiglie i riti di riunione e di scambio di doni permane e si rispetta in larga parte il proverbio ‘Natale con i tuoi’. Senza dimenticare, per non essere ciechi, che in questi giorni possono riaprirsi ferite nelle famiglie separate che durante l’anno si cerca di dimenticare. Figli e nipoti sono oggetto di cure e nello stesso tempo divengono occasione di dissapori. Un bimbo può dover fare i conti con i nonni materni, quelli paterni e quelli dell’altro compagno/a. Comunque anche queste paradossali situazioni a Natale possono trovare una luce. E questo vale anche per ambiti più vasti come quello suggerito da Ettore Gotti Tedeschi sulla prima pagina dell’Osser- vatore Romano (15-16 dicembre) dove racconta la storia di un giovane finanziere americano che sotto Natale si trovò licenziato. Per uscire da questa situazione si presentò ad una ricca signora e le regalò come pegno d’amore un collier d’oro acquistato con un assegno, naturalmente scoperto, che venne però accettato per la fiducia di cui il giovane finanziere godeva nel mondo della finanza. Quell’assegno a sua volta venne girato per comprare una macchina, poi venne girato ancora per dieci volte finché l’ultimo lo donò sotto Natale in beneficenza. Il poveretto che riceve l’assegno lo va a cambiare e scopre che è in bianco. Cosa fare? Il donatore filantropo, anziché denunciare l’ultimo che gli ha passato l’assegno scoperto, risale a tutti i precedenti possessori, li riunisce e chiede che ognuno metta una parte del valore da dare al poveretto. Insomma, dice Tedeschi, da questa storia deriva la lezione che anziché litigare è meglio discutere, mettersi d’accordo e condividere la responsabilità. Solo in questo modo, cioè con la solidarietà e la concordia, si possono risolvere i problemi e anche le crisi più gravi. Il Natale per molti può essere occasione propizia per una svolta nel modo di concepire la vita e di superare le proprie angosce e difficoltà. È ciò che noi auguriamo a tutti i nostri lettori e a tutte le famiglie dell’Umbria.

AUTORE: Elio Bromuri