L’audace colpo di Enrico Letta

Qualche anno fa (non importa quanti, tanto le cose sono sempre le stesse) avevo scritto su questa pagina: Berlusconi cadrà (se cadrà) non per effetto di un trionfo politico del partito avversario (che ne è incapace), ma per l’abbandono dei suoi il giorno che gli eventi avranno decretato la sua fine. Adesso sembrava proprio che ci fossimo arrivati. Lui ha lanciato la sfida al governo Letta, prima ordinando le dimissioni (simboliche?) di tutti i parlamentari del suo partito, poi quelle dei ministri. Ma Letta ha raccolto la sfida, chiedendo il dibattito in Senato e il voto sulla fiducia. È accaduto l’impensabile: buona parte dei parlamentari del Pdl, compresi i ministri in carica (e fra loro nientemeno che il segretario del partito, Alfano) hanno detto che per loro il Governo doveva continuare e si sono dichiarati pronti a formare un gruppo autonomo, neanche tanto piccolo. Così Berlusconi si è sentito sull’orlo del baratro, e all’ultimo minuto utile è saltato di nuovo dalla parte di Letta. Tutto rientrato? È presto per dirlo. Con questa ultima mossa, B. recupera il ruolo di leader del suo movimento, ma lo recupera grazie a un umiliante dietro-front che peserà, se non altro perché costituisce il precedente di un capo carismatico come lui messo, sia pure per una volta sola, in minoranza dai suoi fedeli. Recupera anche il ruolo di ‘comproprietario’ della maggioranza governativa, ma, di nuovo, con un brutto precedente alle spalle: ora lui sa, e lo sanno gli altri, che i suoi ultimatum a Letta sono armi spuntate. Chi appare senz’altro il vincitore, invece, è proprio Letta, non solo perché resta in carica (sarebbe questo un successo solo illusorio, se lui fosse ancora esposto disarmato ai ricatti) ma perché ha raccolto una sfida, ha sfidato a sua volta l’avversario, e lo ha costretto alla resa. Nessuno nel Pd era stato capace di altrettanto. Vuoi vedere che a questo punto le cose cambino proprio nel Pd, e che sia ormai Letta e non Renzi il leader futuro? Se Letta arriva in sella fino alle prossime elezioni, chi a quel punto avrà la faccia di invitarlo a farsi da parte e di negargli il ruolo di candidato a capo del Governo? I fuochi d’artificio di questi giorni promettono altre sorprese.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani