L’Auser si candida ad avere un ruolo più importante nella città

In Umbria è nata da otto anni: 2600 sono gli associati

Promuovere una forma di solidarietà tra le generazioni, sensibilizzare la Pubblica amministrazione sul ruolo del volontariato in una società che cambia: sono solo alcuni degli obiettivi dell’Auser (Associazione autogestita dei servizi per la solidarietà) nata in Italia nel 1989 ad opera dello Spi (Sindacato pensionati italiani) e della Cgil. L’Associazione, presente anche in Umbria con otto sedi territoriali, ha come scopo quello di favorire la cultura del volontariato attraverso una serie di servizi rivolti alla persona, in particolare a quelli di età più avanzata, ma anche di agevolare l’inclusione sociale valorizzando il ruolo dei pensionati impegnati in varie attività a contatto con le nuove generazioni. “L’Auser – hanno sottolineato Giovanni Bisogno, presidente umbro e Francesco Imperiali, presidente della sede perugina – in Italia è presente in tutte le regioni e in tutte le province e conta circa duecentocinquantamila iscritti. In Umbria è nata da otto anni, gli associati sono 2.600 e tra questi circa 400 sono impegnati in attività di volontariato”. Gli associati, che hanno un’età compresa tra i sessantacinque e settant’anni, prevalentemente collaborano con altri coetanei bisognosi accompagnandoli ad esempio all’ufficio postale, consegnando a domicilio la spesa e i medicinali, oppure, più semplicemente, trascorrendo del tempo in loro compagnia. Ma non solo. I volontari dell’Auser in varie città umbre sono presenti davanti alle scuole e agli asili per aiutare i bambini ad attraversare la strada, vigilandoli anche durante il trasporto con i pulmini. “Ormai la figura del volontario ha subito una trasformazione – ha detto Bisogno. Ecco perché abbiamo bisogno di persone competenti che la nostra associazione forma attraverso la Libera università popolare umbra che ha la sede principale a Santa Maria degli Angeli e 26 sezioni in tutta la regione. L’università organizza momenti formativi per preparare quelle persone che dedicano parte della loro giornata agli altri. Non dimentichiamo – ha aggiunto il Presidente dell’Associazione – che i nostri volontari lavorano gratuitamente e per le loro prestazioni è previsto solo un rimborso spese”. L’Auser infatti, si autofinanzia con il versamento di una quota associativa, 11 euro, attraverso la raccolta di fondi e grazie a convenzioni con gli enti e le istituzioni. E proprio la sensibilizzazione della Pubblica amministrazione è un altro degli obiettivi che gli associati si prefiggono. La gestione dei servizi non può essere affidata totalmente alla Pubblica amministrazione. L’Auser quindi, si candida ad avere un ruolo più importante nella società partecipando anche alla realizzazione di progetti”. Tra le iniziative dell’Associazione da segnalare è certamente quella del “Filo d’Argento”, il telefono amico degli anziani e delle famiglie. Si tratta di una rete di presidi telefonici che ogni giorno raccolgono le telefonate di soggetti in difficoltà che vivono in solitudine. Il punto di ascolto del Filo d’Argento è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Basta comporre il numero verde 800 99 59 88 per avere informazioni su come accedere ad alcuni servizi, denunciare maltrattamenti, abusi o situazioni di degrado. Inoltre “Filo d’Argento” offre un servizio di soccorso immediato. “La legge distingua l’associazione di volontariato dalle altre” Durante l’ultima Assemblea nazionale del volontariato, che si è svolta ad Arezzo all’inizio dell’autunno, l’Auser ha espresso l’esigenza di creare un osservatorio nazionale per monitorare il movimento dell’associazionismo. La richiesta trova un fondamento nell’esigenza, ormai avvertita da varie associazioni, di definire in modo puntuale delle regole che permettano agli operatori di svolgere in modo costruttivo il loro compito. “In particolare – ha detto il presidente dell’Auser, Giovanni Bisogno – andrebbe rivista la legge n.266 che regola a livello nazionale il volontariato organizzato, e la legge regionale n. 15 del 97 che è ormai superata”. In pratica, secondo Bisogno, “l’albo regionale accomuna le associazioni di volontariato a quelle di associazionismo mentre in realtà andrebbero distinte. Entrambe infatti, pur condividendo gli stessi valori, hanno finalità diverse, di conseguenza andrebbero definiti in modo puntuale i due ambiti”. Il Presidente dell’Auser ha anche sottolineato come attualmente le associazioni siano burocratizzate e sottoposte a tutta una serie di obblighi, come quello della contabilità e della redazione di uno statuto, che in ogni caso impegnano alcuni iscritti quasi a tempo pieno. “Queste attività – ha detto Bisogno – vengono affidate direttamente ai nostri associati in quanto la legge 266 non prevede all’interno delle associazioni la figura del lavoratore retribuito. Forse quest’aspetto, in particolare per le grandi associazioni, andrebbe rivisto”. Il presidente dell’Auser ha sottolineato che “anche la formazione dei volontari è affidata a professionisti disposti a tenere delle lezioni senza nessun scopo di lucro. Solo in alcuni casi – come per lunghi spostamenti – è previsto un rimborso delle spese”.

AUTORE: Ida Gentile