L’educazione alla pace negli anni si è progressivamente affermata nelle scuole di ogni ordine e grado, e non è lasciata soltanto all’iniziativa dei singoli. Lo dimostra il seminario promosso dall’Ufficio scolastico regionale, rappresentato nella sala conferenze della Fondazione Sant’Anna di Perugia dalla nuova dirigente Maria Letizia Melina e dal funzionario Ada Girolamini, che si è tenuto nella mattinata dell’8 settembre. Il seminario era riservato ai dirigenti scolastici che hanno partecipato, in numero elevato, dalle varie città dell’Umbria. Le loro relazioni hanno mostrato una variegata serie di iniziative e soprattutto di metodologie seguite nello sviluppare percorsi formativi adeguati ai vari livelli di scuola. Nelle relazioni dei dirigenti sono emerse anche indicazioni di metodo che sono alla base di una moderna pedagogia secondo la quale “la scuola insegna a volare, ma a volare sono loro”, gli alunni. Ciò va trasmesso attraverso l’impegno e il coinvolgimento diretto dei bambini e degli adolescenti, chiamati a realizzare iniziative con la popolazione, a pulire i parchi e i giardini, a fare teatro, impegnarsi in qualche servizio di volontariato. Da queste relazioni è venuto un quadro diverso da quello che spesso emerge nei media, di una scuola lontana, fredda e neutrale mentre, anche dal tono delle relazioni, si è notato interesse e passione educativa. Una visione di sintesi di tali problemi, in chiave propositiva, è venuta dalla relazione della dirigente Melina, che ha svolto una sintesi dei temi cardine delle metodologie d’insegnamento. Un insegnamento che non deve essere astratto e cattedratico, ma fare leva sul vissuto quotidiano e tenere conto di vari aspetti della personalità e dell’ambiente di vita dell’alunno. Pertanto comporta un percorso personalizzato di crescita integrale, tutt’altro che una trasmissione di nozioni astratte. Al seminario, che è durato un’intera mattinata, oltre ai saluti del vice Sindaco di Perugia, dell’assessore provinciale alla Pace e diritti umani Donatella Porzi, del preside Alunni della Fondazione Sant’Anna, vi sono state due relazioni piuttosto impegnative di mons. Elio Bromuri e Flavio Lotti, che hanno dato molti spunti di riflessione ai dirigenti scolastici presenti, i quali hanno poi dimostrato apprezzamento per quanto detto. Nei due interventi si è parlato del significato della pace, che spesso – ha detto Lotti – è una parola abusata e perfino confusa con iniziative di guerra che nulla hanno a che fare con la pace. Il discorso di Lotti è stato molto critico anche in relazione alla commemorazione – fatta dai media e dai governi occidentali – dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, che ha provocato tremila morti, degni di essere ricordati, evidentemente, ma senza dimenticare tutti gli altri morti (250 mila), vittime anch’essi dell’11 settembre a causa delle guerre che si sono scatenate come rivalsa americana. Ha poi affermato che la pace si realizza non attraverso la guerra ma la convivenza attiva, costruendo un mondo in cui siano garantiti a tutti i diritti umani. Don Bromuri si è invece soffermato sul tema della pace sviscerato attraverso anche i testi classici, quale la profezia di Isaia, il trattato di un antico vescovo di Assisi chiamato Magister Rufinus il quale scrisse uno splendido trattato sul bene della pace (De bono pacis), l’esempio di san Francesco e l’attuale insegnamento della Chiesa che ha proposto il movimento ecumenico, il dialogo interreligioso, con iniziative che hanno lasciato un segno indelebile quale l’incontro dei rappresentanti delle religioni ad Assisi convocati da Giovanni Paolo II 25 anni fa (27 ottobre 1986) e quest’anno da Benedetto XVI nello stesso giorno, 27 ottobre. Il titolo della relazione di don Bromuri era “Da palcoscenico a protagonisti. Una città per il dialogo”, nel senso che l’Umbria spesso si limita a fare da scenario ad iniziative che vengono da fuori, mentre dovrebbe essere anche attiva e protagonista nel promuovere valori essenziali ed attuali quale la pace, la solidarietà e i diritti di tutti gli uomini in un abbraccio di fraternità universale. A conclusione Carla Casciari, vice presidente della Giunta regionale, ha espresso la volontà della massima istituzione regionale di considerare l’educazione, e in particolare l’educazione alla pace, una risorsa culturale e sociale di primaria importanza per una regione quale l’Umbria che della pace ha fatto il suo emblema, anche e non solo per la Marcia Perugia-Assisi che è divenuta un punto di riferimento per il pacifismo internazionale.