L’innovazione punto di svolta per l’economia umbra

Presentata l'indagine di Union Camere sul settore manufatturiero umbro

L’Unione regionale delle Camere di Commercio dell’Umbria ha presentato il 20 febbraio a Perugia l’annuale indagine congiunturale del settore manifatturiero della regione. 500 imprese del settore sono state intervistate per capire come è cambiata la situazione rispetto all’anno precedente e “di che segno sarà il 2003”. L’indagine è stata presentata dal professore Pierluigi Grasselli che ha portato l’attenzione sull’innovazione, questione cruciale per lo sviluppo dell’economia regionale. Presentiamo i dati rilevanti della ricerca e l’intervento del prof.Grasselli.L’attività innovativaOpportunamente il Patto per lo sviluppo stipulato tra gli Attori politici, economici e sociali dell’Umbria pone al suo centro l’innovazione, condizione per la stessa sopravvivenza, della singola impresa come del territorio, nell’attuale contesto di ipercompetizione, sui mercati globali. La ricerca dell’Union Camere umbra getta una qualche luce sul fenomeno dell’innovazione nel manifatturiero regionale: dalle risposte fornite dalle imprese intervistate risulta che più della metà di esse hanno effettuato, nel biennio 2001-2002, innovazioni dalle stesse ritenute rilevanti. In termini dimensionali, la quota delle imprese innovatrici è marcatamente più elevata nel raggruppamento delle imprese maggiori (con venti o più addetti). Mentre il 20% delle imprese intervistate dichiara di aver compiuto innovazioni riguardanti il processo produttivo, il 6% segnala l’effettuazione di innovazioni concernenti il prodotto.Il restante 27% afferma di aver proceduto ad innovazioni sia del processo produttivo che del prodotto (come spesso accade, l’attività innovativa si manifesta contemporaneamente su entrambi i fronti). La ricerca UnionCamere fornisce su tale versante un’altra informazione, proveniente dalle segnalazioni delle imprese in tema di strategie preferite: tra queste le politiche di modificazione dei prodotti sono indicate dal 18% delle imprese ed occupano la terza posizione nella gerarchia delle strategie, dopo gli incrementi di efficienza e le politiche di marketing. Dunque l’innovazione è praticata in modo significativo dalle cinquecento imprese del campione, e ciò spiega la performance del manifatturiero umbro, quale evidenziata dalla ricerca, certamente in linea, e presumibilmente migliore, rispetto alla media nazionale. Ma è altresì fortemente augurabile che l’attività innovativa sia oggetto di un impulso sostanziale, sotto l’azione concertata di tutte le parti protagoniste dello sviluppo regionale. Si raccomandano particolarmente, come ben sottolinea Enzo Rullani, con riferimento ai sistemi locali di produzione, quelle innovazioni di processo e di prodotto, basate principalmente sul sapere locale sedimentato e diffuso, sulle conoscenze localizzate, cosiddette “tacite”, ovvero incorporate (’embedded’) nel territorio, particolarmente difficili da imitare da parte dei competitori globali. Pierluigi GrasselliDocente di Politica Economica e Finanziaria Facoltà di Economia Università di PerugiaImprese: piccola o media fa la differenzaDelle oltre settantasettemila imprese dell’Umbria più di diecimila sono del settore manifatturiero (dati Camera di Commercio 2001) con una produzione che va dall’alimentare al legno, al vestiario e al mobile fino alla elettromeccanica, ceramica editoria e chimica. Di questo settore si è interessata la ricerca dell’Union Camere intervistando 500 imprese rappresentative del comparto, con più di cinque addetti. Non si è fotografato solo quello che è stato ma anche le attese per un futuro che non appare roseo. Nel 2002 l’aumento di produzione nel complesso delle imprese manifatturiere intervistate è dell’1,11%: prosegue dunque la decelerazione della crescita manifestatasi nel 2001, con una variante territoriale (in provincia di Perugia +1,46%, nel Ternano -0,13%) e relativa alla dimensione delle imprese (con un +1,66% nelle imprese con più di venti addetti e una riduzione (-1,95%) per le unità sotto 20). Per il 2003 gli imprenditori umbri si attendono un, se pur modesto, aumento di produzione e stasi nell’occupazione. Dall’indagine sono emersi dati che indicano nella dimensione (fino a venti addetti e oltre i venti) un discrimine importante su tutti i punti analizzati. Se il 93% delle imprese intervistate si attende crescenti difficoltà per il 2003 soprattutto sul fronte del costo del lavoro e della concorrenza interna, il timore della competizione è maggiore per le grandi imprese (tranne che per la concorrenza regionale), mentre le piccole temono maggiormente aumenti dei costi. Le imprese minori investono di meno e sono meno propense ad introdurre innovazioni di prodotto o di processo, ed anche alla voce “internet” su un 86% di imprese che usa la Rete (era il 71 nel 2000) solo il 76% delle minori la usa e non in tutte le sue potenzialità. Nuovamente, i valori risultano più elevati in provincia di Perugia e nelle imprese maggiori (che mostrano un 94%, di contro al 76% delle imprese con meno di venti addetti). Quanto alle finalità di detto utilizzo, l’impiego prevalente riguarda la posta elettronica (94%). Seguono la ricerca di informazioni (83%), i rapporti con le banche (61%), l’attività commerciale tra imprese (18%) e la vendita al consumo (6%). L’88% delle imprese intervistate prevede maggiori opportunità per il 2003. Rispetto al Rapporto 2001, aumenta (dal 53% al 57%) la prevalenza delle previsioni di maggiori opportunità dallo sviluppo di mercati in cui già si opera. Anche l’indagine sul 2002 fornisce una conferma sull’importanza relativa delle diverse strategie, già profilatasi nei Rapporti degli anni precedenti: in prima posizione si trova l’aumento di efficienza (34%), seguito dalle politiche di marketing (19%), da quelle di modificazione dei prodotti (18%), e dagli accordi di collaborazione commerciale (12%) e di collaborazione produttiva (11%). Le imprese minori assegnano un peso più grande alle politiche di modificazione dei prodotti e agli accordi di collaborazione produttiva, e invece nettamente inferiore alle politiche di marketing.

AUTORE: Maria Rita Valli