L’Intesa firmata tra Conferenza episcopale umbra e Regione riconosce le “finalità religiose e culturali” dei beni ecclesiastici

L’intesa firmata martedì scorso tra la Conferenza episcopale umbra e la Regione dell’Umbria “per la salvaguardia , la valorizzazione e il godimento dei beni e dei servizi culturali ecclesiastici” mette un punto fermo nel discorso sul rapporto tra patrimonio artistico e culturale delle Chiese dell’Umbria e lo stesso patrimonio dipendente dalla Regione. Vi è il riconoscimento, da parte della Regione, delle “finalità religiose e culturali” dei beni, e da parte della Chiesa, rappresentata dal Presidente della Conferenza episcopale Umbra (Ceu) Sergio Goretti, che anche le opere d’arte, chiese, musei archivi e biblioteche ecclesiastici sono “parte integrante ed essenziale della generalità del patrimonio regionale”. Affermazioni contenute nella premessa agli otto articoli dell’Intesa firmata da mons. Goretti e dall’assessore regionale alla cultura Gianfranco Maddoli, che rinnova la precedente del 1994. Nel testo sottoscritto non si parla esplicitamente di sistema museale integrato, un progetto su cui il confronto è aperto da anni, ma vi sono le premesse per una fattiva collaborazione tra Regione e Ceu. Di musei ecclesiastici si tornerà a parlare presto visto che, ha ricordato Maddoli, la nuova legge regionale sui musei presto verrà approvata dal Consiglio regionale, ed inoltre la Regione sta lavorando all’individuazione degli standard di qualità delle strutture museali previsto dall’accordo fra Stato e Regioni.Molto presto dunque la Commissione paritetica prevista dall’Intesa potrebbe trovarsi ad affrontare la questione della definizione degli ‘standard di qualità’ dei servizi museali anche ecclesiastici. “Si tratta – spiegano all’assessorato regionale – di garantire la qualità dei servizi, soprattutto quando si affida la gestione a dei privati”, ovvero di definire le competenze professionali richieste agli operatori e i contenuti informativi sulle opere d’arte. Cosa stabilisce l’IntesaSalvaguardare, valorizzare e rendere fruibili i beni ed i servizi culturali ecclesiastici è l’obiettivo di un protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Umbria e Conferenza episcopale umbra (“Ceu”). Il Protocollo, di durata triennale, affida ad una Commissione paritetica Regione-Ceu sia la predisposizione di accordi e programmi in materia di beni, di istituti e di servizi culturali, sia la vigilanza sull’attuazione degli interventi. Regione e Conferenza episcopale umbra, per la parte di propria competenza, si impegnano, tra l’altro, a promuovere la realizzazione di “piani locali di intervento” finalizzati ad attività di tutela, valorizzazione e godimento dei beni in questione; ad incentivare la collaborazione tra i sistemi museali, bibliotecari ed archivistici dell’autorità ecclesiastica e quelli dipendenti dalla Regione ed a definire forme di collaborazione anche per monumenti e luoghi culturali normalmente deputati ad accogliere il pubblico. Forme, tempi e modi degli interventi verranno concordati all’interno della Commissione paritetica. “L’intesa – ha detto Maddoli – rinsalda una frattura nei rapporti fra istituzioni civili e religiose proprio sul modo di intendere le opere d’arte e di connotarne il significato. Nei musei spesso ci si è dimenticati del valore dei beni culturali e delle motivazioni religiose, di fede e di culto che hanno portato alla loro creazione”.

AUTORE: MariaRita Valli