L’Italia secondo i cattolici

I diversi contributi all’“Agenda” della Settimana sociale

Numerosi sono i contributi alla riflessione sull’Agenda del Paese portati sia dalle diocesi che dalle associazioni alla 46a Settimana sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre); un lungo elenco di documenti pubblicato sul sito ufficiale www.settimanesociali.it. Ne segnaliamo alcuni, quanto basta per fare intuire la ricchezza di idee e di proposte sui problemi e le priorità dell’Italia. Il primato del lavoro, la disoccupazione giovanile, la prospettiva del bene comune: sono le priorità che delinea il Movimento cristiano lavoratori (Mcl). Sul lavoro chiede di “tenere alta l’attenzione”, “intendendo riferirsi principalmente alla persona che lavora quale parte inscindibile di una famiglia e di una comunità”. Poi la disoccupazione, da non considerare “congenita”. Mentre il bene comune non dev’essere “prerogativa dello Stato e del pubblico”, ma “nella sfera di responsabilità della singola persona che, attraverso la sua capacità d’intraprendere, costruisce dapprima la famiglia e poi, via via, comunità più grandi all’interno delle quali ognuno contribuisce mettendo a disposizione i propri carismi”. Il documento si concentra pure sulla ricerca di “soggetti sociali vitali”, primo dei quali è la famiglia, “roccia su cui poggia il nostro convivere”, e al cui fianco ci sono i cosiddetti “corpi intermedi”, “che possono esercitare un ruolo nuovo e strategico nella configurazione di una società rinnovata”. Per l’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) non è possibile “costruire il bene comune nella società senza promuovere il bene famiglia, sostenendola nei suoi compiti generativi, educativi e di cura”. “È un tempo di grazia, quello che c’è donato di vivere”, “un tempo appassionante che invita a stare in piedi e ad alzare lo sguardo per non lasciarsi intrappolare dalle molteplici emergenze e, allo stesso tempo, sfida a cogliere nelle pieghe del presente i segni dei tempi”. Comincia così il contributo che “Umanità nuova”, espressione sociale del Movimento dei focolari, propone alla riflessione nella prospettiva della Settimana sociale. Il testo parte dall’invito a “liberare la mente e l’anima dalla zavorra di un approccio pessimistico verso l’odierna stagione” e a vivere una “cultura della risurrezione”, che “si nutre di orizzonti vasti quanto il mondo” e “supera le pesanti eredità del Novecento e le logore categorie interpretative di una stagione sin troppo lungamente condizionata da sistemi ideologici contrapposti e da correnti di pensiero asservitrici dell’uomo”. Di una “cultura della Pentecoste” per il Paese parla invece il Rinnovamento nello Spirito santo (Rns). Essa “è l’antidoto al ‘male oscuro’ del mondo; è l’esatto contrario della ‘cultura del relativismo’: si coniuga con il ‘noi’ dello Spirito e non con l’‘io’ egolatrico del relativismo”. Ciò che si spende per la formazione non va considerato come “costo”, ma come “investimento” per l’intero Paese, chiedono i giovani dell’Azione cattolica, il Movimento studenti di Ac (Msac) e gli universitari della Fuci. Tra le “questioni prioritarie”, oltre alla formazione, il lavoro, laddove il “continuo spostamento in avanti del momento d’ingresso nel mondo del lavoro prolunga la dipendenza dei giovani dalla famiglia e aumenta il loro senso di sfiducia ed emarginazione nei confronti della società e del Paese”. È importante “che la custodia del creato venga inserita in modo organico all’interno dell’elaborazione sociale dei cattolici italiani, evitando di ridurla a questione settoriale”, sottolinea la Fondazione Lanza, rilevando che “la giusta attenzione per una politica attenta alla famiglia e alle nuove generazioni esige anche una considerazione di quale futuro si prospetti per esse”. Francesco Rossi

AUTORE: Francesco Rossi