Lo scibile del ‘divino’

Orvieto. Aperto l'anno alla scuola di Formazione teologica

Martedì 5 ottobre è iniziato l’anno scolastico alla Scuola diocesana di Formazione teologica. La sede, l’Istituto SS. Salvatore di Orvieto, è quanto di meglio si potrebbe desiderare; lì vivono le suore Domenicane di San Sisto, uno dei tanti segni del passaggio ad Orvieto di san Tommaso e dei Domenicani. La stessa scuola è resa possibile per il sostegno di programmi ed insegnanti offerti dal prestigioso “Angelicum”, il Pontificio Ateneo di San Tommaso in Roma. Nelle due sezioni, il primo anno di propedeutica ed i corsi riuniti, si sono iscritte, per ora, 30 persone. Non si fa mistero, però, che si aspettano ulteriori arrivi, così da allargare il numero di coloro che si rimettono in gioco anche nel loro sapere teologico e biblico. L’anno scolastico è suddiviso in tre periodi; quello appena iniziato prevede le introduzioni alla Sacra Scrittura e alla Teologia per chi inizia, e lo studio delle Lettere di san Paolo e la Metafisica per gli altri. I docenti, i professori D’Aiuto per la Sacra Scrittura, Cancedda per la Teologia e Nepi per la Filosofia, godono della stima e dell’affetto degli studenti, essendo tra i veterani della Scuola. Particolare prestigio è dato dalla presenza di Nepi, docente di Filosofia a Roma Tre, alla Lumsa e già direttore del Centro studi “V. Bachelet” dell’Azione cattolica, autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Nell’intento di aprire ad un pubblico più vasto la scuola di teologia, si è provveduto quest’anno ad organizzare due seminari di studio su sant’Agostino e sulla Bioetica. Il Vescovo stesso della diocesi, padre Giovanni Scanavino, terrà il primo; mentre lo studio della Bioetica sarà introdotto dal rettore dell’Angelicum, padre Francesco Compagnoni. A completare la presenza di così illustri maestri, uno degli insegnamenti – Metodologia pastorale con applicazioni informatiche – è stato riservato a sé dallo stesso preside del “Mater Ecclesiae” dell’Angelicum, Tommaso Stancati. A riprova dell’importanza dell’iniziativa, continua il sostanzioso impegno economico della diocesi, mentre agli studenti è richiesta una quota poco più che simbolica, con lo scopo evidente di esprimere così il proprio consapevole impegno personale. La situazione della nostra diocesi, collocata ai margini geografici della Regione, non poteva non far sorgere l’interrogativo circa una maggiore offerta di cultura religiosa di base ai laici. Mentre si consigliano Roma ed Assisi a chi volesse accedere ai gradi accademici, quello che viene offerto dalla nostra Scuola è il minimo per la formazione del laicato cattolico e, qualora lo desiderassero, l’aggiornamento del clero e dei diaconi e degli Irc. Merita, dunque, l’augurio di tutti e, perché no?, una preghiera al Signore per ottenere il dono dello Spirito su docenti e alunni.

AUTORE: Don Italo Mattia