L’unico vero liceo linguistico

Perugia. L'Istituto Don Bosco è l'unico esempio in Umbria di scuola superiore impegnata a tutto campo nella formazione 'europea' dei giovani

Appena fuori dalle mura del centro storico di Perugia c’è l’Istituto salesiano ‘Don Bosco’ con la scuola media e il liceo linguistico. Immerso nel verde, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, dotato di moderne aule, laboratori linguistici, laboratorio informatico in rete, laboratorio scientifico, biblioteca, aula magna, palestra, campi da gioco, bar e mensa scolastica, il Don Bosco è l’unico istituto cattolico di scuola media e superiore a Perugia. La presenza salesiana in città risale al 1922, quando fu aperto un orfanatrofio con annesso convitto per ragazzi poveri che venivano a studiare in città dal circondario. ‘Furono gli anni gloriosi del ‘Penna Ricci’ che tanta commozione suscitano ancora in coloro che beneficiarono per più di un trentennio dell’infaticabile opera dei figli di don Bosco’ ricorda don Pietro Diletti, attuale direttore dell’Istituto. ‘Nel 1959 si realizzò il sogno di dare ai giovani l’attuale sede, grande e accogliente, che fu inaugurata con l’apertura della scuola media. Più avanti si diede il via al ginnasio sperimentale e nel 1983 iniziò la vicenda del Liceo linguistico che ancora oggi è attivo nel territorio’. ‘È l’unico vero liceo linguistico della regione’ in quanto ‘non è solo semplice sperimentazione linguistica all’interno di curricoli tradizionalmente denominati, ma vera e propria nuova scuola ispirata ai principi della licealità, intesa come acquisizione di un profilo intellettuale alto e spiccatamente critico, e della europeizzazione, intesa come creazione dell’identità del cittadino europeo, capace di interagire al meglio con gli attuali contesti culturali, sociali ed economici’. Ma in cosa si distingue una scuola cattolica e per di più salesiana? ‘La vera specificità – spiega don Diletti – è data dal sistema preventivo, il metodo educativo formulato da don Bosco che consiste nella presenza tra gli allievi come ‘maestri in cattedra e fratelli in cortile’ poichè l’educatore salesiano non solo insegna e si preoccupa dello sviluppo cognitivo dei suoi alunni, ma è anche attento a creare una comunità educativa improntata ad uno spirito di famiglia, dove reciproca conoscenza e rispetto siano a fondamento della vita scolastica e il lavoro d’aula sia accompagnato da frequenti occasioni di riflessione e preghiera ‘insieme’ e di divertimento’. La prassi educativa degli insegnanti si ispira alla carità di Gesù e ne diventa esercizio quotidiano in quella che ogni giorno si propone come ‘comunità educativa salesiana’. In questa comunità ci sono, ovviamente, gli stessi salesiani (in tutto sono otto, quattro sono insegnanti) e gli insegnanti (19 tra media e liceo) che spesso sono ex allievi del Don Bosco. Ai ragazzi viene offerta la possibilità di seguire le lezioni al mattino, fermarsi a mensa, fare i compiti nel doposcuola sotto la guida degli stessi insegnanti. Ai giovani, e non solo agli iscritti all’istituto, i salesiani offrono la possibilità di frequentare l’oratorio in cui si fanno giochi, teatro, danza, giochi di prestigio e clowneria e altro ancora, e di entrare nella Polisportiva giovanile con l’iscrizione alle squadre di calcio, basket e volley che sono impegnate in tornei agonistici. L’Istituto salesiano è una scuola che si sostiene con le rette pagate dalle famiglie, alle quali è chiesta una quota di circa 200 euro al mese. Le famiglie possono usufruire di un bonus statale che va da 350 a 500 euro all’anno e per i ragazzi più meritevoli, ma senza mezzi, i salesiani offrono alcune borse di studio. La speranza dei salesiani è di vedere crescere le iscrizioni alla scuola media e al liceo, che negli ultimi anni sono rimasti un po’ in secondo piano rispetto ai corsi di formazione professionale offerti (e molto apprezzati) dallo stesso istituto.

AUTORE: Maria Rita Valli