L’Uomo e il Territorio

In un momento caldo per l’Umbria, in vista di una ancora ipotetica trasformazione dei confini per il salvataggio della Provincia di Terni, nonostante difformi valutazioni, non sarà di poco conto riflettere sulla profonda relazione tra uomo e territorio. Da che mondo è mondo, ogni uomo ha innescato un rapporto esistenziale e culturale con il proprio ambiente. Il suolo, il panorama, l’orizzonte, le piante, gli animali, le case e le pietre: tutto acquista un valore e un significato. Potremmo dire che l’ambiente è come un complesso discorso, muto e ugualmente comunicativo, che dà sapore e colore al vivere quotidiano. La relazione tra l’uomo e il territorio è stata oggetto, fin dall’antichità, delle riflessioni di varie discipline. Ricordiamo tra tutte la prospettiva mistico-religiosa di san Francesco che loda Dio per “sora nostra madre terra, la quale ne sostenta et governa et produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”. Qui non si parla tanto del pianeta Terra in generale, ma di quella sua parte dalla quale traiamo l’origine, la vita, il nutrimento fisico e spirituale. Qualche volta la terra può essere anche avara di frutti, inospitale e selvaggia, e soprattutto può essere ferita, come può succedere per le madri, anch’esse talvolta tentate di diventare “matrigne”. Ma sempre in ogni caso l’uomo cercherà di ricrearsi un luogo in cui possa sentirsi nel proprio ambiente. Tutto ciò oggi è comune patrimonio culturale ed è in atto, almeno nelle intenzioni e dichiarazioni, una serie di provvedimenti per la tutela del paesaggio, la cura della purezza dell’aria e dell’acqua, la sostenibilità degli impianti industriali e altre misure di tutela dell’ambiente. Questo è costitutivo di “eredità e identità” di un gruppo umano e suo patrimonio culturale. Quando le istituzioni pubbliche, per motivi economici e amministrativi o politici, mettono le mani sul territorio, non possono dimenticare tutto questo. Ciò vale anche per le circoscrizioni religiose, che nel territorio hanno costruito nel tempo un archivio storico nel quale sono visibili le tracce della vita e dell’esperienza di fede e devozione di intere generazioni. In materia di pianificazione del territorio vi sono in Europa documenti in cui sono indicati i principi da seguire da parte delle autorità locali (Comuni, Province, Regioni). Nella Carta di Lipsia del 2007 sulle “Città europee sostenibili” sono indicati criteri di riferimento per la definizione di confini e di reti di relazioni tra territori. A questo punto sembra giusto ricordare che due sono i livelli in cui si percepisce e ci si relaziona con il territorio: quello culturale, spirituale, affettivo, di cui si è appena fatto cenno, e che può degenerare nel campanilismo chiuso e conflittuale; e l’altro, quello dei servizi alla popolazione, che a sua volta rischia di desertificare l’ambiente e seppellire le diversità e le particolarità delle varie frazioni di territorio con le loro peculiarità. In questa fase piuttosto critica, in cui si devono rivedere confini e ridistribuire i territori di competenza di alcuni enti, come nel caso delle Province, si dovrà tener conto di questi due ambiti, considerando permanenti ed emergenti le appartenenze territoriali che in Umbria sono la dimensione più larga, quella regionale (siamo umbri e non laziali né toscani o altro) e la dimensione più piccola, quella della città, del Comune, della frazione. Per tutto il resto la funzionalità dei servizi dovrà costituire la scelta prioritaria. Ad ognuno di questi livelli va attribuito il valore e il compito proprio. Un esempio fra tutti. Per avere una buona sanità si devono avere ospedali e luoghi di cura efficienti, in luoghi adatti, di elevata eccellenza e funzionalità, facilmente raggiungibili, e che abbiano tutte le caratteristiche necessarie per una buona sanità, a prescindere da ogni altra considerazione. Così è per la scuola e l’Università, così per gli insediamenti industriali, ecc. Con il buon senso, e se si è veramente intenzionati a raggiungere il bene comune, non sarà difficile trovare soluzioni idonee. La riunione che è stata fatta a Foligno per salvare la Provincia di Terni sembra dare segni di buona volontà in questo senso.

AUTORE: Elio Bromuri