Martino: ‘Le scorciatoie della storia grondano lacrime e sangue’

'SPIRITUALITÈ E POLITICA': UNA SERIE DI INIZIATIVE CHE ESALTANO L' 'UMBRIA TERRA DI PACE'

Nella solenne cornice della Sala papale del Sacro Convento di S.Francesco di Assisi, il pomeriggio di martedì 3 giugno scorso si è svolto l’incontro sui quarant’anni della Pacem in terris. Il vescovo di Terni e presidente della Consulta regionale per i problemi sociali e il lavoro e della Commissione regionale Giustizia e pace, mons. Vincenzo Paglia, ha esordito ricordando con una certa commozione di essersi trovato in piazza San Pietro, in quell’ora pomeridiana di 40 anni fa e di aver assistito, anzi accompagnato con la preghiera, insieme a milioni di persone in tutto il mondo, al transito di Giovanni XXIII, il papa che si era conquistato la stima e l’affetto del mondo intero per la sua umanità e per il grande insegnamento di pace che aveva impartito attraverso la famosa enciclica Pacem in terris. Del magistero che il ‘Papa buono’ ha trasmesso alla Chiesa e al mondo, attraverso i gesti , il suo stile di vita, l’apertura del Concilio e soprattutto attraverso l’enciclica sulla pace pubblicata due mesi prima di morire, ha trattato ampiamente l’arcivescovo mons. Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e pace. Egli si è servito del messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale della pace che aveva per tema proprio ‘Pacem in terris, un impegno permanente’ per mostrare con evidenza l’attualità dell’insegnamento del beato Giovanni XXIII, la sua attualità mostrata anche attraverso la consonanza del pensiero e dell’atteggiamento dell’attuale Pontefice. La pace è sempre in pericolo e per questo non si deve mai abbandonare l’attenzione e l’impegno per tenere saldi i quattro pilastri su cui essa può costruirsi, reggersi e perdurare, la giustizia, la verità, la libertà e l’amore. Questi valori e la ricerca della loro realizzazione concreta sono i percorsi necessari alla pace, che non può essere raggiunta attraverso ‘scorciatoie che grondano lacrime e sangue’, Martino ha fatto notare come nella preghiera di Giovanni Paolo II, che era stata recitata all’inizio della riunione, figuravano le parole ‘Mai più la guerra’ e commentava: ‘non si dice mai più la guerra ingiusta, o altro, ma solo ‘mai più la guerra”. All’incontro hanno preso parte i vescovi umbri, Sergio Goretti, Giuseppe Chiaretti, Pietro Bottaccioli, il direttore dell’Istituto teologico Vittorio Peri, il rettore del seminario Piergiorgio Brodoloni, oltre alla presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti e altra autorità civili e militari. A parte l’occasione felice della data del quarantesimo dell’enciclica e della morte di Giovanni XXIII, l’incontro è stato programmato all’interno di una serie d’iniziative che la Consulta porta avanti, con l’impegnativo contributo del suo direttore Pasquale Caracciolo, sul tema specifico ‘Spiritualità e politica’, due termini, ha detto Paglia, che devono stare insieme (simul stabunt aut simul cadent) e che devono essere considerati e approfonditi e per questo è stata data vita ad una collana di scritti, di cui è stato pubblicato il primo volume che riporta un contributo dell’arcivescovo Attilio Nicora I sette vizi e le sette virtù del politico. E’ già pronto e sta per andare in stampa il secondo volume dal titolo Umbria terra di pace che ha per autore mons. Paglia, curatore della collana che prevede ulteriori sviluppi. Il dibattito che è seguito, con gli interventi della presidente della Regione dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, del sindaco di Assisi Giorgio Bartolini, di Giovanni Parlotti delegato regionale dell’Azione Cattolica, di Flavio Lotti della tavola per la pace e di Nicola Molè hanno posto l’accento sul rapporto tra laicità e coscienza religiosa del cristiano in merito alle questioni della guerra giusta, ingiusta o preventiva, del rapporto tra politica e morale e della necessità di definire principi in materia. Domanda ricorrente è stata quella del ruolo e l’impegno per la pace del cristiano, cosa può fare il cristiano per la pace? Sono i gesti di pace quotidiani che segnano i primi passi per un’autentica testimonianza cristiana del valore della pacificazione tra uomini e popoli. In conclusione il vescovo mons. Paglia ha ricordato l’impegno della consulta che è stato anche fissato nel documento ‘Umbria terra di pace’ in cui viene ribadita la chiamata dei cristiani e dell’Umbria in particolare, sulla strada di san Francesco, san Benedetto, santa Rita, santa Scolastica, ad essere uomini di pace per irradiarla nel mondo. I valori della giustizia, libertà e solidarietà devono essere il filo conduttore per una legislazione anche mondiale assicurata da organismi internazionali capaci di assicurare la giustizia nella libertà, che, per i cristiani, è perdono che risana le ferite sia per le tensioni tra i singoli che in quelle di portata internazionale. Dall’Umbria, ha aggiunto Paglia, sale il messaggio di pace forte della collaborazione tra i diversi livelli istituzionali civili e religiosi. La comunità cristiana è chiamata ad educare alla pace, nella famiglia, nella scuola e università, ma soprattutto nell’ordinarietà di vivere sempre gesti di pace che contribuiscono alla crescita di una vera e solida stabilità di valori, nella comunicazione del vangelo della pace, operando per superare ogni divisione. A quarant’anni dalla Pacem in Terris la sua attualità ne rappresenta la necessità urgente di proporre un nuovo ordine mondiale, da costruire su saldi principi morali universali. Un enciclica che interroga ancora oggi il mondo della politica, negli impegni disattesi e in quelli di una responsabilizzazione maggiore sulla via della pace e del dialogo.

AUTORE: E. Bromuri - E. Lomoro