La terza circoscrizione nazionale, per la sua vastità, limita le possibilità degli umbri di ambire ad un seggio europeo. Ma l’impresa fa gola a tutti…Riuscirà un candidato umbro a conquistare un seggio a Strasburgo? L’impresa si preannuncia tra le più difficili. Non si vuole certo scoraggiare gli umbri che hanno avuto il coraggio di lanciarsi nella grande avventura. Però la terza circoscrizione, per l’elezione di 15 parlamentari in Europa, comprende Marche, Toscana, Lazio e l’Umbria. In un territorio così vasto, la forza del candidato sta nel suo viso, nella sua riconoscibilità. L’apparato del partito, se esiste ancora, non riesce a superare i confini regionali. Quindi leader nazionali, volti noti del teleschermo (la stessa Lilli Gruber) vivono di rendita, possono contare su un vantaggio incolmabile rispetto al candidato di provincia. Ma tanti ci provano. Solo nella terza circoscrizione ci sono 21 liste che concorrono con centinaia di candidati. L’elettore può esprimere la preferenza, anche più d’una, perché vale il sistema proporzionale. L’Umbria rischia seriamente di non eleggere nessuno. Ci sono vari candidati nelle liste, da Catiuscia Marini, sindaco di Todi (Uniti nell’Ulivo) a Sandra Monacelli (Udc), da Stefano Vinti (Prc) a Lorella Mercanti (Uniti nell’Ulivo). Lo stesso Carlo Ripa di Meana, consigliere regionale in Umbria, è il capolista della lista, che accomuna La Malfa e Sgarbi. Nel passato sono stati rari gli umbri che hanno conquistato Strasburgo. La più recente è stata Maria Luisa Todini, parlamentare di Forza Italia. Prima e dopo, tanti tentativi e molti fiaschi. Anche perché se la campagna elettorale per diventare consigliere comunale costa tanto – si pensi a Perugia – è possibile immaginare quanto può essere il costo per un campagna, con qualche percentuale di vittoria, in quattro regioni che contano città come Roma e Firenze, solo per citare due esempi. Senza contare che la consultazione europea, come quasi tutte, ha un’incidenza sul voto politico. E tutti i segretari di partito, tranne qualche eccezione, vogliono avere il seggio a Strasburgo. Magari ci andranno due volte all’anno. Però lo considerano prestigioso e l’elezione consente una fortissima indennità mensile per cinque anni – è una sorta di vincita al Superenalotto – che serve anche come finanziamento per le casse dei partiti. L’unica possibilità per qualche candidato umbro sembra essere quella di piazzarsi alle spalle del ‘big’eletto. Che spesso si propone in tutte le cinque circoscrizioni. Ma non potendo occupare cinque seggi, deve optare per una scelta. E la speranza del candidato umbro potrebbe essere riposta nell’opzione del big generoso.
Missione possibile?
DALL'UMBRIA A STRASBURGO.
AUTORE:
E.Q.