Monastero vivo ma mal collegato

Sempre più disastrata la strada per il convento di San Girolamo

Il suo ruolo attuale e la sua vicenda storico-religiosa meriterebbero una considerazione più attenta anche nei suoi aspetti logistici ed infrastrutturali. Invece denuncia assenza o quasi di qualsiasi manutenzione e preoccupanti situazioni di instabilità la strada che conduce al convento di San Girolamo, il monumentale complesso costruito a metà costa del monte D’Ansciano che risale, nella articolazione arrivata fino a noi, alle fine del quindicesimo secolo. Ospita attualmente una numerosa comunità di Clarisse che ha conosciuto, dopo il recente trasferimento dal monastero della Trinità, in pieno centro storico, un grande rilancio sottolineato da un proselitismo davvero consistente che ha coinvolto tante giovani provenienti un po’ da tutta Italia. È al momento uno dei monasteri più ‘vivi’, dove si respira l’intensità e la bellezza della vita consacrata claustrale. Con le Clarisse il complesso è tornato ad immergersi in quel clima di profonda spiritualità conosciuto all’inizio con alcuni eremiti e dal Quattrocento fino agli anni Sessanta con i frati Minori. È stato successivamente sede, per una trentina d’anni, della Comunità lavoro e cultura di San Girolamo, guidata e voluta da don Angelo Fanucci, componente essenziale della Comunità di Capodarco impegnata sul fronte dei ‘diversamente abili’ ed emarginati. Un complesso che ha una storia ed un presente importante, dimensione che mal si concilia però con le condizioni attuali della strada che ne assicura il collegamento con il territorio. Quattro tornanti con le ‘cunette’ laterali ormai completamente cancellate dalla mancanza di qualsiasi manutenzione e dal rotolare costante sulla carreggiata di pezzi di roccia e terriccio, evidenziato anche dalle tante radici della vegetazione soprastante ormai senza più alcun appiglio. La situazione più preoccupante, però, è quella del tratto conclusivo; una parte del muro di sostegno in pietra, visibile dal penultimo tornante, ha incominciato a licenziarsi sotto la spinta di smottamenti evidenziati in superficie dai tanti avvallamenti del piano di calpestio stradale nel lato che guarda la città. Una situazione di abbandono che merita di essere affrontata con tempestività, non soltanto per evitare che ritardi ulteriori richiedano poi interventi molto più onerosi di quelli necessari al momento, ma per rimuovere una pericolosità latente da non sottovalutare. La chiesa ed il convento di San Girolamo sono tornati al centro della vita religiosa non solo cittadina; spetta ora agli organi competenti ed alle istituzioni, secondo sensibilità e le competenze di ciascuno, fare ogni sforzo per garantire loro un contesto di piena dignità e sicurezza.

AUTORE: Giampiero Bedini