Mons. Cesare Pagani La Voce lo ricorda

Il 2 marzo scorso è stato ricordato il 20’anniversario della scomparsa di mons. Cesare Pagani, arcivescovo di Perugia. Siamo andati a sfogliare il numero 12 del 1988 de La Voce in cui sono riportati la notizia e i commenti del triste evento. Chi potesse farlo, come noi, potrebbe notare l’ampiezza e la coralità delle testimonianze di persone di Città di Castello e di Perugia, dove ha esercitato il ministero episcopale rispettivamente per 10 e 6 anni. Le testimonianze di allora esaltano con intensa e profonda emozione la figura di questo pastore, di origine e formazione milanese, che negli anni del suo ministero trascorsi in Umbria ha lasciato una traccia indelebile in coloro che lo hanno conosciuto personalmente e nella stessa storia della Chiesa umbra. Uno dei segni che ha lasciato, e di cui siamo testimoni, siamo proprio noi in quanto settimanale cattolico regionale così come è dal 1984 ad oggi: ‘La Voce’. Esisteva anche prima, evidentemente, avendo oltre cinquant’anni di vita, ed era già una testata importante e significativa, avendo raggiunto una diffusione che andava in varie altre diocesi italiane, ed aveva sostenuto efficacemente battaglie culturali rivolte soprattutto contro l’ateismo comunista. Negli anni Ottanta però, il settimanale stava attraversando un periodo di assestamento e travagliato passaggio, per varie ragioni e soprattutto per il cambiamento della società e del clima teologico e pastorale della Chiesa. Mons. Pagani lo ha ripreso in mano con piglio e decisione e, insieme agli altri vescovi dell’Umbria, lo ha ripensato e riproposto alla comunità come giornale regionale, strumento privilegiato di comunicazione ecclesiale, di proprietà della Conferenza episcopale umbra, senza equivoci e compromessi, ma anche nella piena autonomia riconosciuta ai giornalisti che lo avrebbero concretamente realizzato. Il rispetto dell’ autonomia delle realtà terrene e delle attività umane è stato un criterio riconosciuto non solo di diritto, ma anche di fatto nell’allestimento del giornale, aperto al dialogo interno alla comunità ecclesiale e al mondo civile esterno. È stato anche strumento molto utile per sintonizzare e mettere nella condizione di collaborare le otto diocesi umbre considerate come Chiese sorelle, impegnate in progetti pastorali comuni. Pagani ha favorito la formazione di un giornale che nel panorama cattolico italiano non esisteva, in quanto esistevano ed esistono ancora giornali diocesani, bollettini parrocchiali o devozionali o di divulgazione teologica. Un settimanale che raccogliesse le informazioni delle singole diocesi in un quadro regionale di tipo sia civile che ecclesiale, e pure aperto ai fatti della Chiesa universale e del mondo, non esisteva. Questo era il disegno concordato con i vescovi umbri e portato avanti da Pagani. Ed egli venne personalmente nel mio ufficio al Provveditorato degli studi di Perugia dove ero comandato e mi chiese di diventare il direttore di questo settimanale, solo per alcuni anni. È una confidenza che faccio per la prima volta ai lettori. Ed io sono ancora qui. Su questo giornale Pagani ha fondato speranze e opportunità anche per affrontare battaglie culturali a difesa della fede. Era un combattente, deciso e leale, che sapeva rispettare la buona coscienza e la buona fede. Ma tutto questo non è che un episodio dentro una vita che ha lasciato un segno profondo nel ricordo di quanti l’hanno avuto come pastore e padre. ‘La Voce’ si augura di non aver deluso le sue attese.

AUTORE: Elio Bromuri