Morto Bottaccioli, per 15 anni vescovo di Gubbio. Martedì i funerali

pietro bottaccioli 03Si è spento questa mattina, domenica 22 gennaio, intorno alle ore 7, il vescovo emerito di Gubbio, mons. Pietro Bottaccioli. Il decesso è stato causato dall’aggravarsi di un quadro clinico già complesso da qualche giorno. Il 15 febbraio prossimo, mons. Bottaccioli avrebbe compiuto 89 anni.

Negli ultimi giorni, trascorsi presso il seminario diocesano di via Perugina, è stato circondato dall’affetto e dal calore del vescovo, mons. Mario Ceccobelli, di sacerdoti, religiosi e fedeli. Venerdì scorso, nella Chiesa di San Giovanni, in tanti lo avevano accompagnato con la preghiera in questo suo ultimo viaggio verso la Luce.

La camera ardente è allestita nella Chiesa di San Giovanni e la celebrazione dei funerali è fissata per martedì 24 gennaio, memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono e protettore degli operatori delle comunicazioni sociali. Un segno che si lega profondamente alla vita di mons. Pietro Bottaccioli, pubblicista e decano dei giornalisti cattolici umbri.

Martedì 24, alle ore 14.30, è prevista la partenza della processione che da San Giovanni condurrà il feretro nella chiesa di San Domenico, che ospiterà la celebrazione delle esequie.

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LA VITA

pietro bottaccioli 01Mons. Pietro Bottaccioli, nasce a Umbertide il 15 febbraio 1928. Il vescovo Beniamino Ubaldi lo accoglie nel seminario diocesano regionale di Assisi nell’ottobre del 1938, compiuta la quarta elementare. Frequenta il corso ginnasiale e prosegue il liceo classico e la teologia presso il Seminario regionale di Assisi.

1950: l’ordinazione presbiterale

Sempre da mons. Ubaldi riceve l’ordine sacro del presbiterato a Gubbio il primo ottobre 1950. Inizia il ministero pastorale da assistente diocesano della Giac e da insegnante di religione nella scuola media inferiore “Ottaviano Nelli”. Dal 15 ottobre 1952 esercita l’ufficio di direttore spirituale nella seminario di Gubbio.

Negli anni 1962-1964 accompagna il Vescovo a Roma per il Concilio Ecumenico Vaticano II. Racconta il Concilio sulle colonne del settimanale delle diocesi umbre La Voce: i lavori, i dibattiti, i retroscena. È collaboratore del settimanale fin dai primi anni ’50 formando con mons. Vittorio Peri il gruppo dei più stretti collaboratori del direttore don Antonio Berardi.

Il primo novembre 1964 il vescovo Ubaldi lo nomina parroco di San Martino a Gubbio. Dal 1969 è membro della Commissione presbiterale regionale umbra. Negli anni 1971-1979 insegna religione presso l’Istituto tecnico commerciale di Gubbio. Nel 1972 si laurea in diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense e ricopre l’ufficio di difensore del vincolo presso il Tribunale ecclesiastico regionale. Il primo ottobre 1975 il vescovo Cesare Pagani lo trasferisce a Umbertide come parroco della nuova parrocchia di Cristo Risorto e come insegnante di religione presso il liceo scientifico “Leonardo da Vinci”. Dal 1976 al 1985 fa parte della Commissione presbiterale italiana.

1983: la nomina a direttore del Seminario regionale umbro

Nel dicembre 1983 lascia la parrocchia, chiamato dalla fiducia dell’episcopato umbro a guidare il Pontificio seminario regionale di Assisi in qualità di direttore. Sul piano educativo-formativo ha elaborato il progetto educativo del Pontificio seminario regionale che è stato approvato nel novembre 1988 dalla Conferenza episcopale umbra. Dal 1986 è docente di diritto canonico all’Istituto teologico di Assisi e all’Istituto superiore di Scienze religiose di Assisi.

1989: l’elezione a vescovo di Gubbio

Il 26 aprile 1989 è stato nominato da papa Giovanni Paolo II vescovo di Gubbio e il 16 maggio dello stesso anno ne ha ricevuto l’ordinazione dal cardinale Bernardino Gantin, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Mons. Bottaccioli è anche pubblicista e decano dei giornalisti cattolici dell’Umbria. Dopo aver retto la diocesi per 15 anni, date le dimissioni per limiti di età, è vescovo emerito di Gubbio e vive fraternamente con il vescovo titolare, monsignor Mario Ceccobelli.

I due centenari del patrono sant’Ubaldo

Tra i suoi impegni episcopali, fin dal giorno della sua consacrazione, c’è la volontà di approfondire il culto degli eugubini per il loro patrono Sant’Ubaldo. Così, nell’arco degli ultimi quindici anni, Bottaccioli vuol ricordare con solennità le festività ubaldiane: la ricorrenza liturgica del 16 maggio, la canonizzazione di Sant’Ubaldo del 5 marzo e la traslazione delle sue spoglie, l’11 settembre. In particolare, durante l’episcopato di mons. Bottaccioli vengono celebrati solennemente i due centenari ubaldiani. Nel 1992 quello della canonizzazione, avvenuta 800 anni prima con una bolla pontificia di Papa Celestino III, e nel 1994 quello della traslazione, in ricordo del giorno in cui, nel 1194, le spoglie di Sant’Ubaldo furono trasportate sulla cima del monte Ingino. In occasione dell’apertura dei due centenari, nel settembre 1991 viene pubblicata anche la lettera pastorale di mons. Pietro Bottaccioli, dal titolo “I centenari ubaldiani, appuntamenti di riconciliazione”, mentre due anni più tardi arriva l’altra lettera pastorale intitolata “Sopra un alto monte”.

Giovani, Caritas, immigrati

Insieme alle attività per i giovani (ai quali affida anche l’oratorio cittadino “Don Bosco”, nel palazzo che ha ospitato a lungo le suore salesiane), l’opzione preferenziale per gli ultimi è una delle scelte pastorali più rilevanti per il 58esimo successore di Sant’Ubaldo. Per questo l’attività della Caritas ha un ruolo di primo piano nell’azione della Chiesa eugubina. Fra il 1991 e il 1994 vengono inaugurati due centri di prima accoglienza per gli immigrati a Umbertide e la nuova sede della Caritas diocesana e del Centro di prima accoglienza e servizi di Gubbio, ospitati presso la Casa della misericordia in via Baldassini, mentre si fa promotore della progettazione della “Casa della Caritas”. Tra le iniziative più rilevanti della Caritas diocesana ci sono anche le attività di solidarietà promosse i favore dei Balcani, prima in Croazia e in Kosovo negli ultimi anni, dell’America latina – grazie ai legami con l’Operazione Mato Grosso – e dell’Africa, attraverso il lavoro del Gruppo missionario umbertidese.

Con i parroci nella benedizione delle famiglie

Nella prima metà degli anni Novanta comincia a farsi più pressante anche il problema del calo dei sacerdoti in attività. Nel marzo del 1993, sono due le notizie che incuriosiscono la stampa locale. Le parrocchie di San Pietro e San Giovanni si aggregano in unità pastorale, dopo il congedo di don Enrico Dossi. Sempre di quei giorni il fatto che lo stesso mons. Bottaccioli, durante la Quaresima, lasci mitria e pastorale per dare una mano ai suoi parroci nella benedizione pasquale delle famiglie.

Sono anni, prima e dopo il terremoto del 1997, di intensi lavori di ristrutturazione e recupero del patrimonio architettonico ecclesiastico. Nel marzo del 1994, dopo due anni di restauri, riapre al culto la chiesa Cattedrale. Seguiranno negli anni il palazzo del Capitolo della Cattedrale (nel quale viene ospitato il Museo diocesano, uno dei primi e più visitati della regione ecclesiastica umbra), la Chiesetta della Vittorina nel 2000, la nuova e artistica chiesa di Cristo Risorto a Umbertide nel 2001, San Domenico, Sant’Agostino, Sant’Ambrogio e San Donato negli ultimi due anni del suo episcopato.

Nel novembre 1994, Bottaccioli promuove la nascita del Centro studi ubaldiani “Padre Emidio Selvaggi”, per far conoscere la figura di Ubaldo Baldassini e riesaminare, anche storicamente, alcuni aspetti della sua azione riformatrice civica e pastorale.

Nel dicembre dello stesso anno, il Vescovo presenta il libro Le costituzioni sinodali eugubine, per ripercorrere – attraverso i sinodi dal 1300 al 1900 – lo sviluppo storico della diocesi di Gubbio. Ma Bottaccioli pensa anche al presente e al futuro, e comincia la preparazione di un nuovo sinodo diocesano.

Il 1995 è un anno molto “denso” dal punto di vista sociale. In aprile il Vescovo invita i cattolici eugubini impegnati in politica “a non porre interessi di parte al di sopra del bene comune e a non farsi scudo di presunte preferenze da parte del vescovo, il quale come Sant’Ubaldo è pastore non di una porzione ma di tutto il gregge”. Tra giugno e luglio scoppia la protesta degli operai della “Nuova Sirci”, contro le ipotesi di chiusura dell’azienda. Bottaccioli è vicino ai lavoratori, li sostiene anche con l’aiuto materiale e per loro celebra una messa nello stabilimento, che il 21 agosto riprende la produzione.

In ottobre, il Vescovo propone l’istituzione di una commissione paritetica fra mondo laico e religioso che, in vista del Giubileo, “rappresenti le diverse esigenze della comunità civile ed ecclesiale umbra, nel rispetto delle reciproche competenze, per un raccordo forte ed efficace”. E’ l’inizio di un percorso che vedrà mons. Bottaccioli, in rappresentanza della Conferenza episcopale umbra (Ceu), tra i protagonisti delle decisioni prese in Umbria in merito all’anno giubilare del 2000.

Il Sinodo diocesano

Il 1996 è l’anno del sinodo diocesano, il terzo celebrato nel XX secolo dopo quelli del 1911 e 1952. Il Vescovo è convinto che la fondamentale risposta della Chiesa alle sfide di oggi sia stata data dal Concilio Vaticano II, ma è pure convinto che il Vaticano II debba passare ancora più profondamente nelle coscienze e nelle istituzioni. Il sinodo viene annunciato con una lettera pastorale dal titolo Nella luce del suo volto. Dopo due anni di preparazione, Bottaccioli spiega il sinodo nei dettagli anche nei consigli comunali dei cinque comuni della diocesi. Dal 22 settembre l’assemblea sinodale si riunisce due volte alla settimana fino a novembre per dibattere sul tema Per una chiesa che annuncia, celebra e testimonia il Vangelo della carità. Sono 170 sinodali impegnati, tra i quali per la prima volta 115 sono i laici appartenenti a tutti i settori della società civile. Articolato in sei sezioni il sinodo affronta i temi più attuali del rapporto e della missione della Chiesa nella società per una nuova evangelizzazione. Il testo approvato e votato dai sinodali, redatto dal Vescovo in forma definitiva, viene promulgato in occasione della Pasqua 1997.

Ma il 1996 viene ricordato anche per le vicende legate all’«Oasi della divina Provvidenza», un’associazione di culto mariano composta da due sacerdoti e vari laici. Il 31 maggio mons. Bottaccioli invia ai fedeli di tutta la diocesi una notificazione pastorale dal titolo Non prestate fede ad ogni ispirazione, con la quale invita anche sacerdoti e laici a non partecipare più alle attività del gruppo. Seguono dolorose contestazioni che si spengono con il passare del tempo, anche per la presa di posizione della Santa Sede in favore del Vescovo.

Ordina il primo sacerdote disabile in Italia

Nel giugno 1997 a Gubbio vengono ordinati sacerdoti Roberto Briolotti, 41enne laureato in economia e in teologia, e Gerardo Balbi, 54 anni, insegnante di musica. Don Roberto è un disabile, il primo a diventare prete in Italia dall’introduzione del nuovo codice di diritto canonico del 1984, mentre don Gerardo è un non-vedente.

Negli ultimi anni del secondo millennio, Bottaccioli è molto impegnato con i progetti per il Giubileo in Umbria e a Gubbio. La città dei Ceri, in particolare, è legata ad Assisi grazie al Sentiero francescano della pace, l’antico tracciato percorso dal “Poverello” in fuga dalla sua città dopo la conversione. Ma la Chiesa eugubina guarda anche al mondo e nel giugno 1998 viene consacrata a Ibarra, in Ecuador, una cappella dedicata a Sant’Ubaldo. E’ il segno del legame profondo che unisce la Comunità di San Girolamo e l’America latina.

Dal 2001, la diocesi di Gubbio ha un sacerdote in più, almeno sul piccolo schermo. Terence Hill, infatti, in un serial tv di Rai Uno – ambientato interamente a Gubbio – veste i panni di don Matteo, prete-detective che oltre al lavoro in parrocchia si diverte a dare una mano ai carabinieri. “Guardo la serie tv anch’io con piacere – afferma Bottaccioli – mi sembra un esempio buono di spettacolo, che intrattiene con modelli positivi ed è attento ai valori cristiani”.

Le visite pastorali

Oltre ai vari interventi del suo magistero, monsignor Bottaccioli segue direttamente il cammino della diocesi con tre visite pastorali. Nella prima, indetta l’11 settembre 1989 e conclusa nell’estate del 1991, il Vescovo passa di parrocchia in parrocchia, e anche di casa in casa dove ci sono i malati. Un contatto diretto con la situazione reale della diocesi. La seconda visita pastorale (dal 29 settembre 1997 al 19 novembre 1999) ha lo scopo di accompagnare lo studio e l’attuazione delle costituzioni sinodali, facendo delle sei zone – in cui è articolata la diocesi – il punto di sintesi e di raccordo della pastorale delle singole parrocchie. La terza visita inizia il 25 gennaio 2001 e si chiude il 14 giugno 2003.

Pronunciamenti

Decisamente ferme e dure, negli ultimi tempi del suo episcopato, le posizioni del Vescovo di fronte alle questioni sociali. Nel febbraio 2002, Bottaccioli considera un “grave attentato ideologico alla famiglia fondata sul matrimonio” la proposta di istituire un “registro delle convivenze”. Di coppie di fatto e di procreazione assistita, mons. Bottaccioli torna a parlare anche nell’agosto 2004, in riferimento anche allo Statuto regionale dell’Umbria. “L’embrione è vita e non un grumo di cellule – afferma il Vescovo parlando di fecondazione artificiale – e quindi scienza e ricerca non possono accendere la vita di un essere umano, lasciare che l’embrione si sviluppi fino all’annidamento, per poi prendersi le staminali e gettarlo via. E’ un attentato alla vita umana e alla dignità dell’uomo”.

In occasione della solennità ubaldiana del 16 maggio 2003, mons. Bottaccioli torna a parlare della Corsa dei Ceri, lanciando un appello per ricordare il carattere religioso della festa. “Il pericolo incombente – afferma – è la diffusa indifferenza religiosa. Non permettiamo che anche la festa di Sant’Ubaldo sia travolta nel suo autentico significato da questo clima superficiale, che la bella Festa dei ceri in suo onore non perda il suo profondo carattere di vigilia, cioè di veglia, di attesa di incontrarlo ancora una volta, di accoglierne gli insegnamenti e l’esempio di fede e fraternità”.

Secondo il canone 401 del codice di Diritto canonico, il 15 febbraio 2003 – al compiere del 75esimo anno, monsignor Bottaccioli invia al Papa la lettera di dimissioni dall’ufficio di Vescovo di Gubbio. Il 23 dicembre 2004 il Nunzio apostolico in Italia, Romeo, comunica l’accoglienza delle dimissioni e la nomina da parte del Santo Padre del successore di Bottaccioli: il vicario generale dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, monsignor Mario Ceccobelli.

Il suo libro sulla sua diocesi

Nel settembre 2010, mons. Pietro Bottaccioli presenta il volume che si intitola “La diocesi di Gubbio. Una storia ultramillenaria, un patrimonio culturale, morale, religioso ineludibile” (edito da TMM e da Città Ideale). E’ frutto della sua lunga ricerca e si tratta della prima opera organica che ripercorre, in dieci capitoli e un totale di 622 pagine, la storia della chiesa eugubina dal 416 (lettera di papa Innocenzo I a Decenzio, vescovo di Gubbio) fino all’anno giubilare del 2000, offrendo un quadro completo. Cinque anni di lavoro per monsignor Pietro Bottaccioli, che “ha avuto il coraggio di mettere mano a un’opera così importante – afferma il vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli – scientifica e archivistica, facendo e rifacendo, giorno e notte, per dare vita a un lavoro che mancava nell’archivio della nostra Diocesi”.

ricerca a cura di Daniele Morini (responsabile Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Gubbio)