Nei meandri del Tempo

Il Vescovo, insieme alle autorità, ha percorso in anteprima i sotterranei di San Lorenzo, con ritrovamenti dal VI secolo a.C. al Rinascimento

Un meraviglioso viaggio a ritroso nel tempo, nei sotterranei della cattedrale di Perugia. Sarà possibile farlo tra cinque o sei mesi, secondo il direttore dei lavori Luciano Vagni, quando cioè saranno conclusi i lavori di sistemazione di un’altro segmento di recente venuto alla luce. Si tratta, ha detto la soprintendente archeologica Maria Rosaria Salvatore, di uno dei percorsi sotterranei tra i più significativi finora rinvenuti in Umbria, se non anche in Italia, per le tante fasi storico – artistiche che vi sono rappresentate. Il percorso, che si snoda su più livelli, parte dal Museo diocesano, poi si scende giù, nei meandri della terra, e la storia ti avvolge in un alternarsi di epoche e antichi resti, passando da un livello ad un altro, per un percorso di circa un km. Passo dopo passo, duemila anni di storia si dipanano con testimonianze che vanno dal VI secolo a.C. al XV secolo. Non è facile capire cosa ti circonda, che cosa raccontano quelle pietre. Certamente non lo è stato neanche per gli insoliti visitatori scesi quaggiù sabato 19 maggio. Il vescovo Chiaretti ha infatti invitato ad un ‘giro di ricognizione’ la governatrice Lorenzetti, il sindaco Locchi, il deputato Gianpiero Bocci, oltre ad altri rappresentanti delle istituzioni civili e del mondo della cultura, tra cui il soprintendente archeologico Maria Rosaria Salvatore, la direttrice regionale per i Beni storico-artistici Vittoria Garibaldi, il soprintendente per i beni storico artistici Maurizio Galletti, Luana Cenciaioli della Soprintendenza archeologica, Fabio Palombaro della Soprintendenza ai beni storico – artistici e don Giovanni Tiacci del Capitolo della cattedrale. Una volta terminati i lavori, il sito sarà il nuovo polo di maggiore attrazione culturale e turistica della città, che va ad aggiungersi a quelli della Galleria nazionale di palazzo dei Priori e della Rocca paolina. ‘Quello che si sa con certezza – ha detto Vagni – è che l’area sotterranea interessata dagli scavi, occupata oggi dalla cattedrale, da piazza IV Novembre, fin giù a via Maestà delle Volte e parte di palazzo dei Priori, e che si estende per circa 10mila metri quadri, rappresentava l’antica acropoli perugina su cui sorgevano edifici civili e religiosi’. In pratica una superficie che gli Etruschi avevano delimitato con un ciclopico muro di terrazzamento di 140 metri per 70 di cui è visibile, all’incirca sotto il chiostro della cattedrale, un mastodonte perfettamente conservato alto 14 m, lungo 30 m, e spesso 2,50 m. Nel corso degli scavi al suo interno, sono venuti alla luce i tre lati delle fondamenta di un tempio etrusco del IV secolo a. C. (il cui ingresso era rivolto verso le logge di Braccio) con materiale ceramico, oltre a frammenti di terracotte architettoniche. Altre testimonianze visibili sono una torre, porzioni di mura con volte medioevali, pozzi e cisterne. In fondo al percorso è stato riportato alla luce, in perfetto stato di conservazione, un tratto di strada romana con i segni sulle pietre delle ruote dei carri: doveva correre all’esterno del terrazzamento dell’acropoli per condurre sulla sommità. Purtroppo nel corso dei secoli il livello dell’acropoli è stato abbassato, per questo quasi tutto è stato distrutto. I lavori di scavo, per i quali sono stati spesi fino ad oggi poco più di un milione di euro (grazie a fondi della Soprintendenza, della Curia, e dell’8 per mille), vennero iniziati nel 1986 per il cedimento di un pavimento nei locali del Museo del Capitolo. I lavori sono poi proseguiti raggiungendo importanti risultati grazie alla collaborazione – è stato sottolineato – e alla grande armonia di intenti tra tutti gli operatori e le istituzioni coinvolte. Al termine della visita le autorità hanno potuto vedere, salendo con un ascensore, i restauri in corso degli affreschi settecenteschi sulle volte della navata destra della cattedrale.

AUTORE: Manuela Acito