Nella festa del patrono san Costanzo inaugurato il minimetrò con una grande festa popolare

'Urge una vigorosa missionarietà' dice il vescovo Chiaretti all'omelia, in una cattedrale gramita di fedeli

Molto partecipata, la processione della ‘luminaria’ alla vigilia della solennità di san Costanzo, patrono della città e della diocesi di Perugia, svoltasi nel pomeriggio del 28 gennaio. Quest’anno la luminaria ha percorso quella che un tempo era definita ‘la via sacra’, oggi borgo XX Giugno, corso Cavour, scalette di Sant’Ercolano, via Oberdan, piazza Matteotti, via Fani, corso Vannucci e piazza IV Novembre, facendo ingresso nella cattedrale di San Lorenzo, dove sono temporaneamente custodite le reliquie del Patrono. La tradizionale processione a lume di torce, risalente all’età comunale, ripristinata dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti nel 1997, rappresenta l’atto di omaggio comunitario al patrono della città dei rappresentati delle istituzioni civili e religiose. Il suo significato è ancora oggi molto attuale, come ha sottolineato il Vescovo nell’omelia dei primi vespri in cattedrale, tenutisi al termine della luminaria. ‘È un corteo ‘ ha detto ‘ che attraversa i quartieri bui della città quasi come atto di sfida contro i malesseri della notte. Ci parlano di coraggio e di speranza insieme, di decisione e di voglia di riscatto nel nome e nel ricordo di chi ha dato un’identità a questo popolo, incamminato per le difficili vie della democrazia e della libertà condivisa, imparata nei monasteri e guadagnata sul campo. Sono riflessioni che nascono pensando a quei tempi lontani in cui si imparò a balbettare la parola ‘libertà’, ma anche responsabilità, concordia, giustizia, solidarietà… Questo cammino non fu breve e nemmeno indolore: è durato secoli, con molte varianti e rigurgiti di violenza; ma quell’humus di partecipazione e responsabilità è giunto fino a noi’. Il giorno successivo, 29 gennaio, si è celebrata la festa vera e propria di san Costanzo. L’eucaristia ha fatto ritrovare accanto a mons. Chiaretti i vescovi delle diocesi della Metropolia di Perugia: mons. Domenico Cancian di Città di Castello, mons. Arduino Bertoldo di Foligno, mons. Mario Ceccobelli e mons. Pietro Bottaccioli di Gubbio e l’abate del monastero benedettino di San Pietro a Perugia, dom Giustino Farnedi.Soffermandosi sul concetto di fede, testimoniato dal martirio, mons. Chiaretti nell’omelia ha parlato della nuova evangelizzazione: ‘C’è una evangelizzazione nuova che siamo chiamati a fare con una vigorosa missionarietà, senza più indugiare, vista la necessità e l’urgenza d’un ripensamento dei metodi e dei linguaggi, dal momento che ci troviamo dinanzi a nuovi scenari’. ‘Il momento anche per la Chiesa non è facile ‘ ha aggiunto ‘. Non volendo cadere assolutamente in alcuna forma di fondamentalismo, si rischia da una parte la ‘cripto-diaspora’, cioè pensare e agire come se la fede non avesse una dimensione pubblica; dall’altra si è tentati dalla ‘religione civile’ oggi in auge, una sorta di buonismo generico che appanna la rilevanza specifica e la trascendenza del messaggio di Gesù’. Perciò è necessaria ‘l’autocritica di certe forme intimistiche e deresponsabilizzanti di vivere l’esperienza religiosa. Ma Cristo è ‘di ieri, di oggi, di sempre’ (Eb 13,8); ogni tempo è quindi il suo tempo, e ogni linguaggio umano può parlare di lui con verità e comprensibilità’. Il MinimetròLa novità piace, è davvero suggestivo colmare in meno di dieci minuti la distanza che separa la periferia di Pian di Massiano dal cuore antico della città scivolando su una rotaia rossa che fa vedere la città da una prospettiva nuova. E non è solo il panorama che cambia, ma anche a percezione del tempo, quasi si fossero accorciate anche le distanze tra questa città della provincia italiana e altre moderne città europee. Il contrasto tra l’antico e il moderno crea sempre suggestione, sostenitori e oppositori, amore e rifiuto dell’intervento che segna in modo nuovo e indelebile la fisionomia di una ambiente familiare. Sul minimetrò non si torna indietro. Difficile pensare, ora, di chiudere le gallerie fatte o abbattere i piloni innalzati. Resta, perà il problema del rumore per il quale coloro che vivono lungo le rotaie non smettono di chiedere interventi per eliminarlo. Loro lì ci vivono, e male. Altra questione che resta aperta, e che riguarda tutti i perugini, è la sostenibilità economica dell’opera. Riuscirà a pareggiare il bilancio? Dicono di sì. I contrari non ci credono. Si vedrà. Martedì, intanto, è stata una giornata di festa. Festa del Patrono San Costanzo, con uffici e scuole chiusi, e una bella giornata che non ha scoraggiato le migliaia di persone che si sono riversate a Pian di Massiano o in centro per provare il minimetrò. Era gratis, come lo sarà sabato per l’apertura della mostra sul Pinturicchio. Per il sindaco della citta’, Renato Locchi, il minimetrò è ‘l’esempio dell’Italia che vuole fare, che vuole migliorare’. Diverse le personalità del mondo politico, dello sport, dello spettacolo. C’erano anche i sindaci delle città gemellate con Perugia, oltre alle varie autorità locali. A benedire la nuova infrastruttura, ‘e tutti quelli che vi transiteranno’, è stato l’arcivescovo, mons. Giuseppe Chiaretti, secondo il quale il minimetrò ‘è un’opera che caratterizza e caratterizzerà la città e che si pone come esempio’ anche per altri centri con analoghe caratteristiche strutturali. Un’opera – è stato più volte sottolineato durante la cerimonia di inaugurazione – realizzata da imprese e professionalità umbre, con l’apporto del noto architetto francese Jean Nouvel, che ha firmato il progetto, ed attraverso una società pubblico – privata, la Minimetrò spa, ‘scheletrica – ha osservato Locchi – per apparato e per compensi’. Un’opera, inoltre – è stato detto ancora – caratterizzata da una grande collaborazione istituzionale a tutti i livelli. E ‘nel corso dei lavori, nessuno degli operai si è acciaccato un dito’, ha infine osservato il sindaco. ”Ho cercato di disegnare – ha poi spiegatoJean Nouvel, presente all’inaugurazione – forme e colori che facessero del minimetrò un qualcosa di interamente perugino, pur partendo da un buon esempio, la metropolitana di Parigi”.

AUTORE: Maria Rita Valli