Nelle Comunità di don Pierino in migliaia hanno ritrovato la vita

Il 13 febbraio a Molino Silla festa per i quarant'anni della Comunità Incontro

Il 13 febbraio, a Molino Silla in Amelia, sarà celebrato il 40’anniversario della Comunità incontro, fondata da don Pierino Gelmini il 13 febbraio 1963, partendo con un piccolo stuolo di ragazzi che stavano perdendosi nelle strade di Roma. Oggi Comunità incontro si è estesa, con la sua proposta di vita, su tutta la terra: è una vivida testimonianza, non solo della pacifica convivenza tra razze e fedi diverse, ma di integrazione sinergica nell’impegno sociale. Non è un caso che, su indicazione dei frati Francescani di Perugia, il compito di primo responsabile di quel centro sia stato affidato ad un buddista. A Molino Silla, centrale operativa della Comunità, sembra di trovarsi in una piccola Onu: volti asiatici, africani, sudamericani, balcanici…: bisognerebbe essere poliglotta per poter parlare efficacemente con tutti gli ospiti. Io sono molto contento di aver lavorato con don Pierino per molti anni, sino al ’94: vecchiaia e acciacchi non mi hanno più consentito quel febbrile impegno, volto ad incrementare la capacità di estensione di quella pulsante realtà. Ho potuto conoscere bene don Pierino, nella sua straordinaria capacità creativa e realizzativa, ed anche nelle sue tipiche défaillance caratteriali che non possono però sminuire la valenza assoluta dell’eccezionale impresa sociale che egli ha creato: la perfezione attiene soltanto al Signore. Ho maturato nei suoi confronti un fraterno, lucido rapporto che ci lega. Io sono uno dei tanti, tanti genitori, profondamente feriti dalla perdita di un figliolo al quale egli aveva dato un forte aiuto. Ma il mio affetto e la mia stima per lui vanno oltre, perché quella ferita non ha piegato la mia volontà di fare ancora qualche cosa di utile per combattere il male di tutte le droghe. Ogni giorno apprendiamo di efficaci interventi repressivi del traffico; ma è caduto il silenzio sul processo distruttivo che attanaglia centinaia e centinaia di migliaia di giovani… anzi, siamo oltre il milione, se pensiamo ai più giovani che fumano hascisc ogni giorno, ignorando che lo spinello è brucia cervello, come è stato confermato da studi scientifici in Europa ed Usa. Invece ancora è dominante nei media la fandonia di cui è complice Marco Pannella, del “leggero” che deve essere legalizzato. La dott.ssa Gabriella Zorzi, pedagogista trainer del Maya Institute di Washington e Livorno, autrice del saggio “Universi diversi” (Belforte editore) ha giustamente scritto: “Bisogna guardarsi dalla parola ‘leggere’ come da un silenziatore davanti a una rivoltella”. La manifestazione del 13 febbraio – anche per la nutrita presenza di alte personalità politiche – contribuirà certo a risvegliare l’impegno nella prevenzione e nella solidarietà responsabile e fortemente propositiva verso i tossicodipendenti.

AUTORE: Ugo Minichini