Nessun dialogo sulla Manovra

REGIONE. Pdl e Lega Nord non hanno partecipato alla “seduta straordinaria” per dibattere il tema

Una seduta del Consiglio regionale sulla manovra del Governo porta l’opposizione ad abbandonare l’aula di palazzo Cesaroni. Un ritorno all’Aventino? La storica secessione parlamentare portata avanti nel 1924 dai deputati antifascisti dopo il rapimento di Giacomo Matteotti, ucciso da fascisti, è un’altra cosa. Allora i parlamentari decisero di abbandonare i lavori del Parlamento e si rifiutarono di entrare in aula, fino a quando non fosse stata abolita la milizia fascista e ripristinata l’autorità della legge, inutilmente. In questo caso, meno drammaticamente, i consiglieri regionali di Pdl e Lega Nord hanno scelto di non partecipare alla riunione, ravvisando la volontà della maggioranza di utilizzare la riunione non per approfondire la necessità di attuare riforme in Umbria alla luce delle ristrettezze economiche, ma per attaccare il Governo ed il Presidente del Consiglio. Ma non è possibile un confronto “politico” sul decreto 78 senza indulgere alla strumentalizzazione? Parlare di quello che accadrà per la popolazione umbra per gli effetti della manovra sembra essere un problema, nonostante tanti Presidenti di Regione, anche di centrodestra, abbiano pesantemente attaccato i contenuti dell’intervento governativo. I gruppi di opposizione di Pdl e Lega Nord – Sandra Monacelli dell’Udc ha invece partecipato alla seduta – hanno spiegato la loro assenza attraverso le parole della portavoce del centrodestra, Fiammetta Modena, secondo la quale “un comportamento così marcatamente ideologico, come quello che sta attuando sulla manovra, nel centrosinistra umbro non si era mai visto negli ultimi anni. L’8 luglio, in una conferenza dei capigruppo consiliari – ha ricordato la Modena – il presidente dell’assemblea, Eros Brega, ci ha annunciato che il Prc intendeva convocare una seduta dedicata alla manovra. Noi ci siamo detti disponibili, a patto però che non si trasformasse in uno sterile teatrino di critica al Governo ma fosse invece l’occasione per discutere delle riforme da fare in Umbria. Il centrosinistra però, dimostrando la volontà di fare a meno del nostro apporto, ha deciso di utilizzare lo strumento della convocazione straordinaria, con richiesta di parte basata su un numero minimo di firme e su una mozione che per noi è irricevibile. Quindi se c’è qualcuno che su questa vicenda ha compiuto uno sgarbo istituzionale, non siamo certo noi ma è la maggioranza, la quale pensa al Consiglio regionale come a casa propria, e ci vorrebbe chiamare solo se ci sono da lavare i piatti, ricorrendo a modi proditori e furbeschi”. Di altro tenore le posizioni del centrosinistra, che aveva definito la scelta del centrodestra “uno sgarbo istituzionale” ed una “fuga per non affrontare i problemi che la manovra crea ai cittadini umbri”. Renato Locchi (Pd) ha parlato di una “opposizione regionale troppo schiacciata sulle posizioni del Governo”, mentre critico è stato il consigliere provinciale di Perugia Maurizio Ronconi (Udc), secondo il quale “ci troviamo di fronte ad una vera e propria involuzione democratica”.

AUTORE: Emilio Querini