Nestlé non sta ai patti. È sciopero

Allo stabilimento di San Sisto la multinazionale abbassa la produzione, contro gli accordi presi coi sindacati. Parla Ulderico Sbarra della Cisl

Solo nell’ultimo recente incontro con il gruppo dirigente di Nestlé Italia, le segreterie sindacali regionali e la Rsu Perugina hanno capito tutta la criticità della situazione. Al punto da arrivare allo sciopero, al quale ha partecipato una elevatissima percentuale di lavoratori, vicina al 90 per cento secondo le stesse fonti sindacali. ‘Ora siamo in vertenza e non ne usciremo – afferma il segretario generale del comprensorio di Perugia della Cisl, Ulderico Sbarra – fino a quando l’azienda non avrà fatto chiarezza sulle sue intenzioni’. I sindacati si sono sentiti dire tre no dalla multinazionale su aumenti di produzione concordati da tempo.Il primo: nessuna risposta sulla riapertura del torrefattore che tostava le fave di cacao nella prima fase della lavorazione del cioccolato, impianto chiuso nel luglio dello scorso anno. Dalla Francia, poi, sarebbe dovuta arrivare allo stabilimento di San Sisto una nuova produzione di circa 6000 tonnellate, ‘da sottrarre’ al sito francese di Saint Monet che la multinazionale Nestlè voleva abbandonare. ‘Invece niente – dice Sbarra – Anche se noi siamo molto contenti per i nostri colleghi francesi che non perderanno il posto di lavoro e che si sono fatti scudo con una legislazione ‘a prova di multinazionale’ e pensata a difesa dei lavoratori. Ma che, in Italia, ancora non c’è’. Infine, il terzo ‘no’ all’aumento della produzione allo stabilimento Nestlé di Perugia, è stato legato al clamoroso insuccesso del cosiddetto ‘bacio bianco’ (o ‘bacio Nestlè), destinato al mercato della Gran Bretagna. Infatti gli inglesi non hanno gradito il nuovo prodotto, rivelatosi un vero e proprio flop, facendo addensare così anche molti dubbi sulle capacità del management della multinazionale, che aveva puntato alto sulla poderosa produzione di ‘bacio bianco’ per i sudditi di Sua Maestà. ‘Le notizie provenienti dalle assemblee dello stabilimento della Perugina di San Sisto sono fonte di grandi preoccupazioni per i riflessi negativi, che le decisioni e le scelte della Nestlé potrebbero avere sull’economia e l’occupazione di Perugia e di tutta la provincia; che, come noto, è già attraversata da una crisi del settore manifatturiero’, sostiene il presidente della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari. Gli aspetti che maggiormente destano preoccupazione sono la flessione di circa 2700 tonnellate che i volumi produttivi dello stabilimento di San Sisto subiranno nel 2006, il mancato trasferimento di produzione di tavolette con perdita dei relativi investimenti tecnologici che avrebbero rafforzato lo stabilimento perugino nella sua vocazione di centro europeo della produzione di tavolette Nestlé. ‘Con l’azienda – conclude Sbarra della Cisl – noi facemmo un patto ben preciso: flessibilità (nella versione di 450 persone con contratti part-time a 30 ore) in cambio di aumento di produttività. I vertici della multinazionale devono darci, subito, delle risposte inequivocabili, visto che i lavoratori hanno già rispettato – da parte loro – gli accordi presi’.

AUTORE: Paolo Giovannelli