Non basta copiare un pezzo di idea

Uno va in gita a Londra e vede che in quella enorme città il traffico, benché intenso, è ordinatissimo e scorrevole, tutto diverso dal caos di Roma. Guarda meglio e si accorge che lì (come in tutta l’Inghilterra) la regola è che chi guida tiene la sinistra, non la destra. Pensa: ecco il segreto! Mettiamo sùbito anche noi in Italia la regola della mano sinistra e finalmente tutto andrà a posto. Naturalmente è una sciocchezza. Tenere la destra o la sinistra è indifferente; basta che la gente lo sappia, ci si abitui e rispetti la regola. A Parigi e a Berlino si circola a destra come a Roma, ma il traffico è ordinato e scorrevole come a Londra. Sono altre le cose che fanno la differenza: la buona educazione dei guidatori, le strade ben fatte e ben tenute, una rete di metropolitane che permette ai più di lasciare l’automobile a casa. Queste cose le capiscono tutti, e il nostro viaggiatore sprovveduto ed entusiasta è solo immaginario. Ma fino ad un certo punto, perché in altri campi invece è usuale che qualcuno proponga di copiare dall’estero questa o quella legge, senza riflettere che il buon funzionamento nei Paesi di origine dipende da tanti altri fattori che è impossibile importare. È accaduto così con il processo penale: il nostro Codice del 1988 è una scopiazzatura del sistema anglosassone (inglese e americano) ma solo parziale e fatta senza tener conto del contesto sociologico e culturale; il risultato è che, se la giustizia prima funzionava male, ora non funziona affatto. Il discorso vale per le leggi elettorali. Il sistema dei collegi uninominali puro in Inghilterra funziona benissimo, ma tecnicamente è il più irrazionale e sgangherato del mondo; dà buoni risultati perché gli inglesi votano con quello da più di trecento anni, ci sono abituati e sanno come regolarsi. Soprattutto, là hanno una tradizione di correttezza, di lealtà e di senso civico che noi, con i vari Fiorito e i deputati che saltano da un partito all’altro in una notte, neanche ce la sogniamo. Dove c’è l’etica ogni legge è buona; dove non c’è ogni legge è cattiva.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani