Nostro amico e profeta

Beatificazione di mons. Carlo Liviero: tutta la città si è stretta con entusiasmo intorno al suo grande Vescovo

Nel pieno rispetto della puntualità, alle ore 11 di domenica 27 maggio ha avuto inizio la celebrazione eucaristica nel corso della quale Carlo Liviero è stato iscritto nell’albo dei beati. I concelebranti, che si erano preparati nella chiesa di Sant’Agostino (istituto delle Salesiane), hanno attraversato processionalmente via Cacciatori del Tevere, per raggiungere il palco montato in piazza Gabriotti, all’angolo di fronte alla cattedrale. La concelebrazione, cui hanno partecipato circa 130 preti, 16 vescovi e circa 4.500 fedeli, è stata presieduta dal card. José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Prima del canto del Gloria il vescovo di Città di Castello, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, ha rivolto al cardinale la richiesta di iscrivere Carlo Liviero nell’albo dei beati, e il cardinale ha letto la lettera apostolica con la quale papa Benedetto XVI concede che Carlo Liviero ‘d’ora in poi sia chiamato beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 30 maggio’. È stato poi scoperto il grande ritratto, ricavato da un acquerello della pittrice Silvia Forlani, raffigurante il beato Carlo Liviero e, sullo sfondo, il profilo della basilica cattedrale e l’Orto della cera, cioè il luogo dove, nel 1915, ha avuto inizio la storia delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Subito dopo, suor Consolata Tamai, superiora generale delle Piccole Ancelle, ha collocato accanto all’altare una reliquia del nuovo beato. All’omelia, il card. Saraiva Martins ha ricordato come ‘Dio si è manifestato anche a noi, nei nostri tempi, ed ha trasmesso qui il suo Spirito perché i suoi apostoli ce lo hanno annunciato, nelle nostre dimore, in quella successione viva ed ininterrotta che dal cenacolo di Gerusalemme ha raggiunto questo popolo, che Dio ha amato con il cuore di quel pastore santo che oggi con gioia indicibile la Chiesa ci invita a chiamare beato: è Carlo Liviero!’. Il Cardinale ha parlato del beato presentandolo come ‘amico di Dio e profeta’, ma anche come ‘amico degli uomini e profeta per gli uomini’, che seppe applicare il Vangelo ‘nella propria vita e tra la sua gente, rispondendone ai più urgenti bisogni: al bisogno di Cielo, innanzi tutto, e poi al bisogno di pane, di salute, di educazione, di difesa, di riscatto, di pace, di comunione’. Il servizio liturgico, coordinato da don Alberto Gildoni coadiuvato da Massimo Rossi, è stato svolto dai seminaristi del Pontificio seminario regionale umbro di Assisi e dai ministranti della cattedrale di Sansepolcro. Le parti in canto sono state eseguiti da 150 cantori (provenienti dalle tre corali cittadine e da alcuni cori parrocchiali), diretti dal maestro Marcello Marini e accompagnati all’organo dal maestro Alessandro Bianconi, direttore della schola cantorum della cattedrale, fondata dal beato Carlo Liviero nel 1931. Al momento dell’offertorio, i doni sono stati accompagnati da una danza africana del Kenya, dove operano le Piccole Ancelle del Sacro Cuore. La macchina organizzativa ha funzionato egregiamente. Nei principali punti d’ingresso alla città erano stati collocati otto punti di accoglienza, che hanno distribuito migliaia di copie del libretto per seguire la celebrazione e della biografia di Carlo Liviero, 1.000 copie de La Voce, 300 del quotidiano Avvenire e 300 dell’Osservatore romano, che hanno dedicato ampi servizi alla beatificazione. Numerosa la partecipazione popolare: piazza Gabriotti e l’interno della cattedrale erano gremiti di popolo, ma in molti hanno seguito la celebrazione anche attraverso il maxischermo collocato in piazza Matteotti. Altissima l’audience televisiva: praticamente in ogni casa di Città di Castello c’è stato un televisore acceso per seguire la diretta trasmessa, a reti unificate, da Tevere Tv e da Telesandomenico. Questo ha fatto sì che nel pomeriggio, dopo un piccolo temporale, migliaia di persone che avevano seguito la diretta televisiva si siano recate a visitare la tomba del Beato nella cripta della cattedrale e vi siano rimaste fino a tarda ora.

AUTORE: Andrea Czortek