Obiettivo: crescere

REGIONE. Il programma di governo della neo presidente Catiuscia Marini

Far uscire l’Umbria dalla crisi è il motivo dominante del programma di governo della nona legislatura regionale “Umbria 2015, una nuova riforma dell’Umbria”, illustrato dalla presidente Catiuscia Marini. Le linee programmatiche definiscono tre obiettivi di rilevanza politica: un nuovo ruolo del Consiglio regionale, capace di promuovere libero confronto democratico e dialettica con l’opposizione; una “visione condivisa” della situazione regionale e del suo futuro; l’apertura di una fase programmatica, tutta incentrata sulla qualità della crescita economica, sociale, ambientale, culturale e degli stili di vita per fare della piccola Umbria un soggetto “capace e protagonista nelle nuove frontiere del mondo”, in epoca di crisi e di grandi cambiamenti imposti dalla globalizzazione. Per la Marini lo sviluppo significa “portare in primo piano l’impresa in ogni campo, industriale, artigianale, commerciale, agricolo, delle professioni dei servizi sociali, della cultura, come l’incrocio avanzato di abilità, professionalità e capacità di innovazione e di scienza”. Con tre direzioni obbligate: l’export; la ricerca scientifica; l’energia, con particolare attenzione all’economia verde, che diventa strategica in ogni settore di intervento. La Marini esorta a leggere la realtà umbra con “spirito di verità e non di comodo” ricordando che “senza l’intervento pubblico su sanità, welfare e servizi, che genera grande funzione redistributiva e riequilibratrice, la qualità sociale dell’Umbria sarebbe profondamente diversa”. Sul versante delle riforme a livello regionale, la presidente ha evidenziato la necessità di “ridimensionare gli assetti organizzativi e di semplificare il sistema endoregionale”, a partire da Comunità montane ed Ambiti territoriali, semplificando, in generale, il quadro normativo regionale. Primo obiettivo del programma di legislatura è l’innalzamento del Pil pro capite dell’Umbria, inferiore negli ultimi 15 anni a quello nazionale. Per farlo si ipotizza, da parte della Marini, “un effetto scossa derivante dall’urto della crisi, capace di mettere in discussione assetti, modi di vedere e di fare politica e politica economica, ormai da troppo tempo consolidati”. Secondo Fiammetta Modena “il programma illustrato dalla presidente Marini ci ha allarmato per la non comprensione del momento europeo e del quadro generale di interventi previsti dal Governo, che da questa Regione vengono ignorati. Ci vuole un passo diverso, ma il centrosinistra non ha strumenti culturali adeguati. È necessario partire da una diminuzione vera della spesa pubblica, che è fuori controllo e che non può essere scissa dalla partita del federalismo fiscale”. Nel frattempo il Pdci, attraverso Roberto Carpinelli, ha confermato che “sarà forza di governo anche se non è rappresentato nel governo regionale dell’Umbria, e presenterà da subito atti concreti. Sulle scelte che compirà la Giunta, valuterà la reale volontà dell’esecutivo Marini di procedere nell’interesse della collettività umbra”.

AUTORE: E. Q.