Operazione Mato Grosso. Innamorati del Perù

David e Francesca sono una 'coppia missionaria'. Di passaggio a Perugia, raccontanto come è nato il loro impegno

Una vita missionaria a meno di 30 anni. Una scelta forte, di fede, per uno stile di vita fatto di povertà ed esistenza semplice. È una storia vera, vicina: basta informarsi sulla raccolta viveri proposta anche in questa Quaresima dall’Operazione Mato Grosso (Omg) e si scopre che quest’anno i responsabili dell’iniziativa sono due sposi novelli, David Fiori e Francesca Bosisio. Uniti in matrimonio da poco più di un mese, uniti nella vita da un destino che li ha fatti incontrare a Chapas, in Perù. Il perugino David, partito in missione per la prima volta a 21 anni, trascorre ben 4 anni e mezzo in Perù e scopre la propria vocazione missionaria in quel contesto di vita semplice; la milanese Francesca aveva scelto il Perù per prestare il suo servizio di infermiera dopo essersi laureata in Scienze infermieristiche. Così ora sono a Perugia solo di passaggio, qualche mese e poi pronti a ripartire per vivere da famiglia in missione. La scelta di David e Francesca è iniziata con l’Omg, un’esperienza che coinvolge circa 2.000 persone in Italia e che sostiene circa 130 missioni in sud America. In Umbria ci sono 8 gruppi dell’Operazione Mato Grosso. David e Francesca ci spiegano cosa fanno. ‘L’Operazione Mato Grosso – dice David – non è né un’associazione né un ente, né un movimento, volutamente non è stata dotata di uno statuto, non esiste un tesseramento per esercitare un’appartenenza. È aconfessionale, anche se nasce da un sacerdote, padre Ugo De Censi, è ispirata al cristianesimo e ha nei sacerdoti missionari dei punti di riferimento. Tutto questo perché ciò che accomuna coloro che vogliono far parte dell’Omg è il lavoro in favore degli altri, sia intesi come i poveri, sia intesi come i ragazzi che lavorano per i più poveri. La scelta di non costituirsi come associazione deriva dalla volontà di non volere in nessun modo fondi istituzionali, perché i fondi per i più poveri devono essere guadagnati con il lavoro, anche se ovviamente ci sono poi dei benefattori che privatamente aiutano nel sostegno delle missioni . Dall’altra parte l’aconfessionalità vuole essere un modo per coinvolgere chiunque voglia donare il tempo che ha a disposizione per lavorare in favore dei più poveri. Anche se devo dire, e questo è anche il mio caso, che vivere la missione e la missionarietà aiutano molto a riavvicinare le persone dubbiose alla Chiesa’. Che tipo di scelta implica l’adesione all’Omg? ‘C’è chi, come noi, desidera provare a vivere in missione, ma ci sono tanti ragazzi che studiano, lavorano e che dedicano il loro tempo libero, così come tante famiglie danno un’importante appoggio pur rimanendo in Italia’. Tanti sono i viveri inviati dall’Italia. La domanda classica che si potrebbe fare è: ma oltre che mandare il pesce, stiamo insegnando a pescare a queste persone? ‘Padre Ugo, fondatore dell’Omg – dice Francesca -, risponde a questa domanda così: noi vogliamo anche insegnare a regalare il pesce regalato. Ci sono scuole e cooperative che insegnano a lavorare, ma i viveri sono essenziali per i più bisognosi. In primo luogo ci sono le scuole, che accolgono i più poveri e provvedono all’istruzione, alla completa alimentazione e ad insegnare un lavoro. Poi i viveri occorrono per gli anziani che spesso vengono abbandonati senza che nessuno li curi. Infine i viveri sono essenziali per il vitto negli ospedali delle missioni, gli unici che accolgono tutti, visto che la sanità in Perù è a pagamento e per malattie banalissime ancora si muore’.

AUTORE: Martino Bozza