Operazione trasparenza

Qualcuno dirà troppo tardi, qualche altro troppo poco. Sfido chiunque a dire se c’è al mondo un’ organizzazione, un’istituzione che, posta sotto accusa, decide di rendere di pubblico dominio fatti persone e cose che normalmente ognuno vorrebbe nascondere sotto uno spesso velo di riserbo. La Chiesa cattolica da un po’ di tempo, in vari periodi da quello conciliare a quello attorno all’evento giubilare, ha assunto uno stile che molti al suo interno ed anche fuori giudicano spregiudicato e inopportuno: lo stile di confessarsi pubblicamente e di ammettere colpe anche al di là di vere o provate responsabilità: debolezze, colpe, inadempienze che, magari, risalgono a tempi remoti o comunque passati. Nel presente caso vengono riportati a galla episodi sommersi da venti o più anni e assommati insieme a fare volume nei massmedia e nelle innumerevoli reti della comunicazione telematica. Vi è persino il sospetto che questo accanimento informativo e questa sovresposizione mediatica risenta della spinta di forze ostili alla Chiesa cattolica che nel mondo sta assumendo un ruolo di prestigio morale e prende posizione a favore di popoli emarginati e sfruttati e si oppone a commerci ritenuti illeciti e contrari alla dignità umana e alla pace. Qualcuno vuol punire e umiliare la Chiesa e un Papa divenuto troppo importante e popolare e quindi troppo ingombrante? Ma a parte queste considerazioni che potrebbero apparire un ridimensionamento dei fatti di cui il Papa ha parlato in Vaticano con i cardinali degli Usa (e potrebbe esserci un ridimensionamento oggettivo considerando il numero dei preti negli Usa che sono cinquantamila e nel mondo che sono centinaia di migliaia – circa mezzo milione – e si sa che le mele marce sono anche nel più bel giardino), ma ciò che mi preme dire è che proprio nel momento della sua debolezza e umiliazione, mentre confessa una colpa, che è peccato e delitto insieme, di alcuni suoi membri si mostra forte (“quando sono debole allora sono forte” dice Paolo) per la presenza in essa al di là delle componenti umane e dentro le stesse una forza spirituale misteriosa che la tiene in vita nei secoli e per il futuro fino alla fine. Papa Giovanni, all’inizio degli anni Sessanta del secolo XX se la prese con i profeti di sciagura che di fronte al comunismo imperante si aspettavano da un momento all’altro i cavalli dei cosacchi che si abbeveravano alle fontane di piazza S. Pietro. In ogni epoca e per i motivi più diversi vi sono annunciatori di morte e profeti di sventura che prevedono il peggio. La Chiesa trova nuovo slancio dalle sue stesse difficoltà. Ciò detto, molti si augurano che il tempo della pubblica autoflagellazione sia terminato (abbiamo chiesto scusa anche ai cinesi!) in modo da non dare ulteriore spazio a chi ha interesse a gettarsi pesantemente nel gioco al massacro per buttare fuori strada (fuori dalla storia) la Chiesa cattolica adducendo ogni possibile motivo. Penso, ad esempio, alla continua denigrazione sviluppata con abbondanza di mezzi in libri articoli e ora in un film di cui si sta facendo ampia pubblicità a livello mondiale contro la memoria di Pio XII, accusato di non aver condannato lo sterminio degli ebrei perpetrato dai nazisti nella seconda guerra mondiale. Un Papa che l’opinione universalmente diffusa alla sua morte anche quella degli ebrei, considerava un giusto e un benefattore dell’umanità e i fedeli cattolici considerano tuttora degno degli onori dell’altare. La sincerità, l’umiltà e la trasparenza hanno un valore in sé, ma non è giusto che qualcuno se ne serva come mezzo di denigrazione.

AUTORE: Elio Bromuri