Pace, ancora pace

Avevo pensato di scrivere un augurio ai lettori intitolato “Pasqua ad alta tensione”. Ho cambiato il titolo, perché all’ultimo momento un’affezionata lettrice, mi ha inviato una lettera battuta con una vecchia Olivetti con il titolo sopra riportato. Una lettera in cui ho riscontrato la freschezza della fede e l’autenticità dei sentimenti. La trascrivo in parte, perché penso che possa rappresentare sentimenti diffusi tra i lettori de La Voce: “Pace ai bambini, ai vecchi, ai malati, ai poveri, ai disperati, ai ricchi schiavi del loro denaro. Pace che giorno per giorno dobbiamo ognuno cercare in noi, perdendo il nostro orgoglio e cercando l’umiltà del sorriso e del perdono. Pace, non di grandi parole, ma la povera piccola “pace” come quella che fanno i bambini quando si chiedono scusa. La pace di non aver paura, di credere profondamente che è necessario e doveroso andare “contro corrente”. E ciò non è solo pace, ma libertà. Libertà dal nostro piccolo prepotente “io”, dalle comode abitudini, dalle false convinzioni. La libertà è il coraggio quotidiano di andare contro corrente anche se tutti ti prendono in giro. E quella libertà guadagnata a caro prezzo, è la pace autentica, che porta serenità e ti fa sentire creatura vera, perché è la scelta di non volersi lasciare prendere dalla corrente della falsità. Alziamoci in piedi, respiriamo aria nuova e prendiamo il cammino verso la libertà dalle mille schiavitù; liberiamoci, anche a costo di essere derisi, perché Dio ci ha creati e ci vuole liberi”. A questo punto il titolo potrebbe essere stato anche “Pasqua: invito alla libertà”, oppure “Inno alla libertà”. E tuttavia il primo titolo, come il primo amore, ritorna sempre in mente, anche perché viviamo giorni di preoccupazione per le minacce di attentati paventati in modo speciale in questo periodo e siamo dolorosamente colpiti dalle notizie provenienti dall’Iraq, in cui sono morti e muoiono a decine militari e civili, da una parte e dall’altra delle barricate che si fronteggiano. È troppo duro da sopportare che anche i nostri giovani soldati siano stati direttamente oggetto di assalto e siano stati costretti a uccidere. La pace, la libertà, la democrazia sono dei grandi beni da affermare e difendere. Ma la vita…

AUTORE: Elio Bromuri