Pace: le indicazioni concrete del Papa

Polemiche (gratuite) sul messaggio di Benedetto XVI

Adriano Prosperi ha scritto su ‘La Repubblica’ di sabato scorso 12 dicembre un commento al Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace che purtroppo rimane preda di alcuni ricorrenti (e fuorvianti) schemi interpretativi. Non c’è dubbio che se si considerano gli interventi del Papa solo dall’esterno si fatica a comprenderne il vero senso. Ma questo accade per ogni discorso, chiunque lo pronunci. Del resto i Messaggi per la Pace sono prevalentemente rivolti all’esterno della Chiesa e adoperano un codice espressivo che vorrebbe essere capito da tutti. Purtroppo così non è. L’articolo di Prosperi, dal titolo ‘La Chiesa il denaro e la spinetta di Ratzinger’, muove al Messaggio del Papa alcune critiche già viste in passato: non dà ricette concrete, si fonda sulla Chiesa depositaria di verità immutabili mentre invece la storia cambia, omette la questione principale della ‘ingiustizia nei rapporti di classe’ che invece è la principale causa della mancanza di pace e pone una eccessiva attenzione ‘ fino a farne il ‘centro’ del Messaggio stesso ‘ sulla questione del sesso. Prosperi si riferisce qui al paragrafo del Messaggio in cui il Papa denuncia come ingiusto il tentativo di risolvere il problema del sottosviluppo impedendo ai poveri di fare figli. Sarebbe quindi contro le ‘politiche contrarie alla vita’ e quindi contro il contraccettivo. Da cui l’ultima critica: mentre il mondo divampa, cosa fa la Chiesa? Considera il sesso come il problema più urgente, proprio come la signora di una poesia di Saba che in una casa ove si uccide, si soffre e si muore, suona alla perfezione una spinetta. Le osservazioni del Messaggio del Papa riguardano sì anche il problema demografico, ma non per farne solo un problema di sesso. Ci sono economie che crescono anche in presenza di alti tassi di natalità. Ci sono economie che crescono proprio perché hanno alti tassi di natalità. Ci sono economie che ristagnano in presenza di indici di natalità inferiori alla soglia di rinnovamento. Non è un discorso economico, ma ideologico, sostenere che la popolazione è la principale causa della povertà. E’ profondamente ingiusto, oltre che ideologico, obbligare i poveri a non fare figli, come se quella fosse la vera causa della loro povertà. Le ‘politiche contrarie alla vita’ non riguardano solo il contraccettivo. La sterilizzazione forzata, all’insaputa delle donne stesse, l’incentivo alla pratica dell’aborto promosso nell’ambito della cosiddetta ‘salute riproduttiva’, la collaborazione delle agenzie internazionali alle politiche del figlio unico compresa la selezione prenatale in base al sesso, il condizionamenti degli aiuti all’accettazione di tutto questo ‘ vi diamo gli aiuti, però voi dovete ridurvi di numero ‘ sono molto ma molto di più che promuovere l’uso del contraccettivo. ‘Il problema urgente da affrontare è uno solo: quello del sesso’: a leggere bene il Messaggio non sembra che il Papa dica così. Certo, la Chiesa non propone ‘ricette concrete’, come afferma Prosperi. Ma cosa significa la parola ‘concreto’? Se essa significa ‘tecnico’, ben venga. Cosa si vorrebbe, che in questo momento di crisi finanziaria, la Chiesa insegnasse ai banchieri a fare i banchieri? O che essa stessa diventasse una agenzia di rating? Sono strani questi giudizi: chi critica la Chiesa perché non dà indicazioni concrete, sarebbe pronto a criticarla per ingerenza o fondamentalismo se lo facesse. Se invece la parola concreto significa ‘pratico’, capace cioè di influire sulla prassi delle persone, bisogna dire che il Messaggio contiene moltissime indicazioni pratiche. Anzi, ha l’ardire di affermare che alla loro origine tutte le grandi questioni di oggi, compresa la crisi della finanza, sono pratiche, vale a dire etiche. Concedere mutui casa a soggetti insolvibili non è stato un atteggiamento pratico. Vendere in borsa dei fondi inquinati da mutui casa insolvibili non è stato un atteggiamento pratico. Tecnicamente perfetto, se vogliamo, ma praticamente disastroso. Ora, sui problemi pratici ‘ non su quelli tecnici ‘ il Messaggio dà una notevole serie di indicazioni: che la finanza deve servire all’economia reale, che le spese militari vanno riconvertite, che il commercio internazionale deve essere veramente aperto a tutti, che bisogna mettere a disposizioni anche dei poveri le cure sanitarie, che tra la povertà spirituale delle società opulente e il degrado di quelle povere un nesso c’è e che quindi dovremmo rivedere molte cose qui da noi per poter portare aiuto laggiù ed anche ‘ certo ‘ che impiegare risorse ad impedire ai bambini di nascere è certamente uno dei modi più atroci di distoglierle dallo sviluppo. Prosperi vorrebbe una maggiore denuncia delle ‘ingiustizie nei rapporti di classe’ e la richiesta di una ‘giusta distribuzione della ricchezza’. Il Messaggio per la Giornata della Pace non lesina le denunce. Le richieste di Prosperi, però, sono espressioni di approcci un po’ datati. Quali sono, oggi, i ‘rapporti di classe’? Dove sono, oggi, le classi? L’immensa classe media danneggiata dalla crisi finanziaria a che classe appartiene? Le oligarchie che tengono alcuni paesi poveri dentro una morsa mortale a che classe appartengono? E la famosa ‘distribuzione della ricchezza’, chi deve farla oggi? Ancora il vecchio Stato? La riflessione della Chiesa su questi temi ‘ si veda per esempio il recente documento del Pontificio Consiglio Justitia et pax sugli aiuti allo sviluppo ‘ è avanzata e di avanguardia. La realtà stessa impone di abbandonare vecchi schemi risolutivi. E la Chiesa, pur dotata di una ‘indeformabile e rassicurante fissità’, come scrive Prosperi, è molto attenta ai mutamenti storici, perché dentro di essi c’è una realtà che le sta molto a cuore: l’uomo concreto e non quello astratto delle ideologie.

AUTORE: Stefano Fontana