Pasqua, tempo di risurrezione: intervista a mons. Sorrentino

SETTIMANA SANTA. Intervista al Vescovo sugli eventi e sulla pastorale del periodo
Mons. Sorrentino durante la celebrazione della Domenica delle Palme
Mons. Sorrentino durante la celebrazione della Domenica delle Palme

Fede, devozione, riti: una breve riflessione sul Mistero pasquale con il vescovo Sorrentino.

Come si raccorda il suo impegno “pellegrinante” con l’evento della Pasqua?

“Mi recherò in Spagna per parlare a un Congresso teologico riguardante l’evangelizzazione e la spiritualità. Sarò poi, come ormai ogni anno, in Terra Santa con il pellegrinaggio diocesano. Mi piace pensare che sia l’uno che l’altro viaggio portino un timbro pasquale, e in particolare il segno della gioia”.

Le sue parole e i suoi scritti esaltano le “origini cristiane”, ma quale traccia è possibile riscontrare oggi nella realtà diocesana?

“È vero: guardo sempre alle origini cristiane, in particolare alla prima comunità di Gerusalemme e allo slancio apostolico di Paolo. A tali modelli occorre tornare. Il cristianesimo di tradizione mostra segni di stanchezza. Il confronto con lo slancio delle origini può dare una forza nuova alla testimonianza di cristiani radicati nella Parola. È per me un segno incoraggiante che tanti laici stiano cominciando a familiarizzare con la Scrittura. Segno consolante anche le Comunità Maria – Famiglie del Vangelo”.

Le giovani generazioni riescono a comprendere i riti?

“Credo sempre meno. Immerse nel mare di internet, le nuove generazioni fanno fatica a comprendere simboli essenziali. Ma non si deve esagerare tale distanza. Ad Assisi peraltro esiste un particolare legame storico con il mondo medievale, tenuto vivo dalla memoria di frate Francesco. Anche per i giovani c’è una proposta adatta alla loro mentalità che si va facendo strada in molteplici percorsi”.

A chi destinerà particolare attenzione nella Veglia pasquale?

“Avremo, come ogni anno, dei catecumeni che riceveranno il battesimo e gli altri sacramenti dell’iniziazione. Provengono dall’estero. Anche questo è segno di una società le cui componenti si vanno integrando. Ancora una volta, poi, dovrò ricordare la pesante crisi economica che sta affaticando tante famiglie. La risurrezione di Cristo deve essere risurrezione anche per loro”.

Nella sua prima “uscita” quaresimale consigliò di togliere il velo sopra il Cristo morto disteso nel catafalco presso la cattedrale di Assisi…

“Dopo la ‘scavigliazione’ mi è capitato di vedere che tanti partecipanti veneravano in raccoglimento l’immagine del Cristo morto. Una bella tradizione. Purtroppo coincide con il Giovedì santo, giorno consacrato non alla rievocazione della morte di Cristo quanto piuttosto al dono del suo corpo nell’eucaristia. Con quel suggerimento intesi soltanto togliere quel tanto di ‘lugubre’ presente nel velo nero che avvolgeva il corpo del Cristo, per ricordare a tutti che, quando riceviamo Cristo nell’eucaristia, veniamo in contatto non solo con la sua morte ma anche con la sua risurrezione”.

Testimonianze

Preme a mons. Sorrentino il rapporto con il mondo giovanile. Dopo l’incontro di Papa Francesco con i giovani umbri il 4 ottobre scorso, lo stesso Vescovo propose a uno di loro tale domanda: “Che cosa ti ha lasciato l’incontro con il Papa?”. Rispose il ragazzo: “Mi ha tolto la paura del futuro!”. Meravigliose parole, anche se vanno coerentemente testimoniate. Il vescovo Sorrentino, con l’intero clero e i religiosi, in base alle testimonianze raccolte nella Visita pastorale e confidando nel percorso del Sinodo, tende a riscoprire non soltanto la Parola ma anche l’esempio dei Santi di Assisi e dell’Umbria.

AUTORE: Francesco Frascarelli