Passione per l’annuncio della fede

Il Vescovo dedica al Sinodo la Lettera pastorale quaresimale

È un anno particolare, anzi saranno tre. Sono gli anni che la diocesi dedica al Sinodo e che rivoluzionano un po’ il calendario degli appuntamenti pastorali, a cominciare dall’annuale convegno diocesano di giugno che quest’anno non ci sarà perché sostituito da iniziative preparatorie del Sinodo. E poi ci sarà un settembre di fuoco con l’apertura ufficiale fissata il 12 settembre per iniziare sotto la protezione della Madonna delle Grazie. Il mercoledì della settimana Santa, nella messa del Crisma, l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti affiderà ai parroci, e attraverso di loro ai fedeli, la Lettera pastorale quaresimale dedicata al Sinodo, a questo ‘camminare insieme’ della Chiesa perugino pievese, dal quale il vescovo si aspetta molto. Cosa si attende? Che sia un sinodo ‘creativo’, ovvero che sia veramente un ripensare al proprio modo di essere Chiesa per diventare comunità di credenti capaci di annunciare la buona notizia del Cristo Risorto agli uomini del nostro tempo. In questo tempo ‘confuso e inquieto’ (così lo presenta a Dio nella preghiera per il sinodo) il Vescovo desidera riportare la Parola di Dio, la presenza di Cristo. Lo sente e lo vive come un fuoco che gli brucia dentro. Qui sta anche la risposta ad una domanda che aleggia sullo sfondo: perchè convocare un sinodo che non avrà tempo di attuare dato che lo avrà appena concluso al compimento dei 75 anni e sul quale il vescovo che gli succederà non è detto che scelga di proseguire? Domanda irriverente. Ma il Vescovo non si tira indietro, anzi confessa ‘Me lo sono chiesto anch’io’ e precisa ‘non l’ho indetto perché voglio finire ‘col botto’. No’. Il fatto è che dopo aver visitato tutte le parrocchie della diocesi, dopo aver ripetuto e richiamato alle quattro ‘perseveranze’ ora, dice, ‘il sinodo per me è raccogliere l’esito di questa predicazione’. Il Vescovo avverte l’urgenza che siano le parocchie il centro dell’evangelizzazione e ai preti, ai religiosi e ai laici chiamati al Sinodo, chiede di ‘inventare nuovi modi di annunciare il vangelo’ trasformando il modo di vivere e di essere della parrocchia come anche dei movimenti, associazioni e cammini vari. ‘È tempo di mettere dei semi per una nuova evangelizzazione’ spiega mons. Chiaretti consapevole che si tratta di un’opera di ‘educazione nella coscienza delle persone’ affinché ‘lentamente passi nei preti e nei loro collaboratori questa passione per l’annuncio della fede’. I ‘semi’ di cui parla non saranno tanto i documenti finali quanto piuttosto l’esperienza sinodale stessa che, afferma mons. Chiaretti – ‘è più forte dei risultati che ci saranno, dei documenti che verrano pubblicati’ perché già da questo ripensarsi come comunità che annuncia inizia il rinnovamento. L’organizzazione del Sinodo è già avviata con il lavoro della Commissione preparatoria coordinata dal vicario generale mons. Gualtiero Sigismondi. Ha realizzato un agile dépliant per spiegare cosa sia il sinodo e per invitare a pregare per esso con la preghiera scritta dall’Arcivescovo, e ha preparato il Regolamento del Sinodo, già approvato dal Consiglio presbiterale diocesano lo scorso 16 marzo, ed ora al vaglio del Consiglio pastorale diocesano convocato per venerdì 31 marzo. Il dépliant è stato un primo mezzo per coinvolgere tutti nella preparazione e le 80 mila copie portate dai parroci alle famiglie in occasione delle benedizioni delle case, fa ben sperare. Nella preparazione del regolamento si è discusso sul numero e sulla rappresentanza: quanti dalle parrocchie, e dai movimenti, quanti religiosi, i parroci tutti o alcuni? Sono state fatte delle scelte tenendo conto delle finalità del sinodo e della operatività dell’assemblea. Alla fine sarà il Vescovo ad approvarlo. Burocrazia? Non proprio, dice il vescovo, piuttosto è una necessità che va vista al servizio dell’assemblea sinodale e se necessario potranno esserci aggiornamenti in corso d’opera.

AUTORE: Maria Rita Valli