Per la ‘causa’ di Cristo

Ritiro del clero diocesano con mons. Vincenzo Zani, della Congregazione vaticana per i seminari. Cosa si richiede al sacerdote nelle circostanze storiche attuali

Un incontro interessante e proficuo, quello avuto dal clero diocesano – ad Orvieto il 15 gennaio – con mons. Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione dell’educazione cattolica e dei seminari. Mons. Zani all’inizio ha presentato una panoramica mondiale riguardo alle vocazioni al sacerdozio. I candidati al sacerdozio nel loro complesso mondiale sono in aumento, esclusa l’Europa; nel Vecchio Continente – ha affermato il relatore – una tale scelta può nascere solamente da un incontro profondo con Gesù. In seguito, mons. Zani è passato a esaminare il modello di sacerdote che esige il nostro tempo. Prima di tutto occorre sgombrare il campo da ogni equivoco: il sacerdozio è una chiamata di Dio che la Chiesa deve verificare e riconoscere, inoltre chi è chiamato non sceglie il sacerdozio, ma prima di tutto Dio. Deve essere un uomo di spiritualità, di comunione, capace di guidare la comunità cristiana, di stabilire rapporti con tutti, con una forte affidabilità dottrinale, e farsi modello del gregge. Questo è il ritratto del sacerdote che scaturisce dall’insegnamento della Chiesa. Inoltre diventare ‘padre’ nella fede presuppone delle tappe precedenti. Esperienza di figliolanza, sentirsi amati e corretti dall’amore di Dio, esperienza di fraternità, sentirsi uguali al prossimo; infine, esperienza di sponsalità, saper dare tutto se stesso senza risparmiare niente alla causa di Cristo e della Chiesa. Su questo, ha aggiunto mons. Zani, si fonda la teologia del sacerdozio e si modella la psicologia del seminarista. La formazione è molteplice, prima di tutto umana, poi spirituale, intellettuale, pastorale e comunitaria. Una sottolineatura del tutto particolare il relatore l’ha posta sulla capacità di avere una corretta ragione rispetto al fondare le esperienze sull’emozione, così predominanti nella società odierna. Come possiamo notare, il progetto è ardito, per questo il seminario è indispensabile. Il seminario è il luogo fondamentale e possiamo dire naturale per formare un giovane al sacerdozio. Non c’è contraddizione tra carisma e istituzione – ha ripetuto mons. Zani -: il carisma per essere tale deve essere verificato dalla Chiesa. La formazione di personalità che sappiano portare i pesi del ministero con fedeltà e senza pessimismo e frustrazioni mal si coniuga – ha aggiunto il sottosegretario – con una certa rinascita di chierici vaganti che passano da una Chiesa all’altra perché spesso non accettano la verifica che su di loro hanno espresso i legittimi formatori. Infine ha detto che caratteristica del sacerdote diocesano è la carità pastorale, vissuta in comunione con il presbiterio nel territorio della Chiesa particolare e soprattutto nell’unità del presbiterio. Vista l’importanza di questo incontro, il ritiro è continuato anche nel pomeriggio.

AUTORE: Marcello Cruciani