Per la crisi in Ucraina la migliore via d’uscita sarebbe la pace

“Niente di nuovo sotto il sole” verrebbe da ripetere guardando da vicino la crisi Ucraina-Russia. Non sono nuovi gli appetiti economici e di approvvigionamento energetico: già visto lo schieramento in campo, che non comprende solo quei due Paesi ma vede Nato, Ue, Cina e gli altri Stati della stessa area coinvolti e, soprattutto, interessati. Film già visto anche il trasferimento di armamenti destinato alla nazione alleata.

Nemmeno l’intricata matassa della separazione religiosa è cosa nuova, e non manca di avere il suo peso. Insomma, tutti gli analisti di politica estera sono concordi nell’affermare che la questione è assai ingarbugliata.

Quanto sarebbe importante che tutti i soggetti a vario titolo coinvolti riuscissero a dire che la guerra è da escludere! Perché la guerra direbbe solo chi è il più forte, e non chi ha ragione. Ma il bene primario da preservare, garantire e proteggere è la vita delle persone, e la strada maestra deve restare quella del dialogo.

Detto questo, la comunità internazionale dovrebbe prodigarsi non per complimentarsi dei muscoli di uno dei contendenti, quanto per mediare in quel difficile dialogo. Tutti i credenti sono chiamati ad accompagnare con la preghiera una crisi che deve sfociare nella pace autentica. La stessa che gli angeli annunceranno a Betlemme per tutto il mondo.