Per non dimenticare le proprie origini condizione di vera integrazione

Foligno / Insegnanti extracomunitari terranno lezioni ai figli degli immigrati

“E’ una fitta al cuore ogni volta che sento mio figlio parlare al telefono con i nonni giù in Albania e dire frasi metà in italiano e sempre meno parole nella lingua di origine. E’ triste. Per questo ci stiamo battendo. Vogliamo che i nostri figli, specialmente quelli che sono nati qui in Italia non dimentichino da dove provengono, non dimentichino la lingua, i nostri costumi. Questa è la vera integrazione”. Damjanoski Zdravko, presidente dell’associazione macedone “Goce Delcev” è anche un insegnante. Lo era nel suo paese prima di venire in Italia e insieme ad altri suoi connazionali e insegnanti extracomunitari saranno loro a tenere le lezioni ai figli degli immigrati. Ci troviamo alla scuola media Piermarini di Foligno, lì la sensibilità del preside oltre a quella dell’amministrazione è sempre alta, ed allora l’associazione Casa dei popoli, recentemente costituitasi a Foligno sta marciando vero una integrazione sempre maggiore raccogliendo le istanze di chi, ormai, deve essere considerato cittadino folignate a tutti gli effetti. Immigrati che non vogliono perdere la loro identità culturale e trasmetterla alle loro nuove generazioni. Si gestiranno così le lezioni, in orari che vanno incontro alle esigenze dei bambini e anche di chi, prima di sedersi in cattedra, deve lavorare. Saranno loro Selhami Said, Abduila Bufi, Neart Marku e lo stesso Zdravko, insieme a qualche donna che, sempre in patria svolgevano il ruolo di insegnante, e che qui, invece, sono operai, muratori o agricoltori o colf ad insegnare ai ragazzini macedoni, albanesi e arabi lingua, tradizioni, costumi e storia. L’iniziativa nata con la benedizione incondizionata dell’Amministrazione non si fermerà qui. Come ha sottolineato Rita Cacchione della “Casa dei Popoli”, si intende fare un passo in più. Per una integrazione vera si pensa gia all’anno prossimo con la possibilità di effettuare lezioni del genere anche per i folignati che si potranno avvicinare a lingue come l’albanese, il macedone e l’arabo, conoscendo anche usi e costumi di gente che ormai è integrata nel tessuto sociale ed economico della città. Una valenza non solo culturale – ha spiegato Roberto Incatasciato, preside della scuola media – ma anche economica, visto che sempre più abbiamo scambi commerciali con queste zone”. Una integrazione che passa soprattutto nel rispetto reciproco, anche alla luce dei fatti di sangue che hanno coinvolto la città in questi ultimi giorni e che hanno visto come protagonisti in negativo albanesi e macedoni fra risse e pestaggi, “fatti vergognosi, come hanno detto gli stessi immigrati – che non dovranno più ripetersi”. Venire incontro alle necessità degli immigrati è anche un senso di civiltà, come ha ricordato l’assessore ai Servizi sociali Mario Margasini, le tre associazioni che sono presenti in città (araba, albanese e macedone) insieme alla Casa dei Popoli stanno interagendo fra loro, facendo presente quali siano le esigenze da dover risolvere anche prevedendo in un futuro un loro ritorno a casa, nei loro rispettivi paesi di origine, nei quali non dovranno sentirsi a disagio, specialmente con le nuove generazioni. Una integrazione che passa anche nella conoscenza degli usi e dei costumi tra i diversi popoli ed allora sabato 16 marzo ecco approdare una festa a Foligno creata per conoscere le diverse realtà, iniziando dalla tavola con la presentazione di prodotti tipici dei rispettivi paesi compresa l’Umbria. La situazione immigrati a FolignoFotografare la situazione degli immigrati a Foligno. Ed allora si scopre che sono 1.500 quelli regolari tra cui 473 sono di nazionalità albanese (298 maschi e 175 donne), 254 i macedoni (141 i maschi e 113 le femmine). Dal Marocco se ne contano 235 divisi in 160 uomini e 75 donne. Una decina gli algerini, 46 uomini e 4 donne, sempre dieci i peruviani, (9 donne), 11 i filippini (8 sono le donne). Secondo l’Irres Umbria i 1.500 non sono altro che la metà di quelle realmente presenti in città visto che se ne devono aggiungere altrettanti di immigrati irregolari. I lavoratori stranieri nel territorio comunale trovano prevalentemente occupazione soprattutto nel settore edile presente anche a seguito della ricostruzione post-sisma. Operano anche nel settore metalmeccanico e in agricoltura e sono di religione musulmana, cattolica e protestante. Circa 216 capifamiglia extracomunitari hanno chiesto di usufruire di una casa popolare.

AUTORE: Francesca Petruccioli