“Per una società più giusta ed ispirata al vangelo”

Presentati gli Atti del primo Sinodo diocesano spoletano-nursino

Già con i precedenti arcivescovi, la solennità del protettore di Spoleto, san Ponziano, oggi anzi proclamato protettore dell’intera archidiocesi, era un’occasione privilegiata per un discorso molto allargato di estrema vitalità tanto sul piano ecclesiale che su quello civile, per concordare allora, di anno in anno, in estrema concretezza, le iniziative più urgenti. Un cammino di Chiesa i cui lontanissimi inizi risalgono addirittura al II secolo dell’era cristiana, e che oggi, all’inizio del III Millennio, si arricchisce di quanto ci viene offrendo il nostro recente e, diremmo, insperato Sinodo, primo dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, che “ci ha impegnati per tre anni e vuole essere il contributo all’edificazione di una società più giusta, rispettosa di tutti, ispirata al vangelo”. Sono parole dell’attuale arcivescovo, mons. Riccardo Fontana, che l’ha ideato, voluto e diretto nell’ascolto di un popolo che ha potuto esprimersi ed avanzare proposte in assoluta libertà.Annunziato il 15 agosto 1997, formalmente iniziato nella sua fase preparatoria nel luglio 1999, aperto nella Pentecoste del 2000, il Sinodo si è concluso l’8 settembre 2002, festa della Natività di Maria. Per offrirne oggi il frutto ai fedeli tutti, non poteva esserci data più indovinata di domenica scorsa, 12 gennaio 2003, antivigilia di S. Ponziano. Siamo stati così convocati al Teatro Caio Melisso, con larghissima presenza delle autorità, stretti al nostro Arcivescovo che ci ha fatto l’immenso regalo di una altissima personalità, mons. Renato Raffaele Martino, fino a ieri Ambasciatore del Papa alle Nazioni Unite, oggi richiamato in Vaticano a dirigere il ministero della Giustizia e della Pace di Sua Santità. Ed è mons. Martino che ha tenuto il discorso centrale. All’applaudita lezione di mons. Martino, ha fatto poi seguito la tavola rotonda sull’argomento specifico del giorno, cui hanno partecipato, accanto all’Arcivescovo mons. Fontana, il Sindaco di Spoleto Brunini, don Giulio Martelli, insegnante all’istituto Teologico di Assisi e preside della nostra Scuola diocesana di Teologia, don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia presso l’Università Gregoriana di Roma. Moderatore, l’insigne giornalista Amen, vicedirettore della Rai. A tutti gli intervenuti, che gremivano il Teatro in ogni suo ordine, sono stati offerti gli Atti del Sinodo, raccolti in un poderoso eppur agile ed elegante volume di 846 pagine, illustrato appunto da Martelli. Un “mattone”, ha commentato scherzando qualcuno, ma è con questi “mattoni” che si costruisce la storia. Basti dire che si tratta di un volume di ben 846 pagine, interessantissime tutte. Mons. Fontana ha definito questo momento di Chiesa altamente significativo, sia per il carattere di interiorità che la definisce, sia per la preziosa irradiazione all’esterno. Simbolo di questo doppio ed infinito orizzonte, è stata la presenza di mons. Martino, che per 16 anni ha rappresentato all’Onu il Sommo Pontefice e che ora ha il mandato della costruzione di una Pace che si illumini di Dio e provochi a positiva risposta ogni uomo, ad ogni livello. Ultimo a parlare è stato il prof. Valori, con accenti vorremmo dire di alta poesia per questa Chiesa ricca di un’eredità ed esperienza secolare, che nella costruzione del futuro si muove in assoluta fedeltà a se stessa, con tratti che richiamando, logicamente, la Chiesa universale, non alterano né annullano per questo la nativa individualità, nei tempi e negli spazi nei quali è chiamata ad operare, specchio dell’Umbria e della sua inconfondibile gente. Sinodo, dunque, non già per una mania di moda o un ghiribizzo dell’Arcivescovo, ma impegno ineludibile di risposta allo Spirito, onde poter anche noi ripetere, come gli Apostoli al Concilio di Gerusalemme: “Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi” (Atti 15, 28). Può ben ripeterlo oggi la Chiesa di Spoleto-Norcia.Del lavoro – come illustrato da par suo da don Martelli – gli Atti riportano all’inizio ogni singolo documento, dal Decreto di indizione alla nomina dei due successivi segretari, quindi il Regolamento, l’Instrumentum laboris. Segue la Lettera dell’Arcivescovo alle famiglie. Completano questa prima parte gli interventi sinodali dell’Arcivescovo Fontana e le sue omelie, oltre agli apporti dei periti, dai vescovi Betori, Reali, Savio, Chiaretti ai sacerdoti Giovacchini, Sorge, Grolla, Alberich, Di Stefano, Vitali, Feretti, Pagazzi, Stramaccia, Baraffa, Martelli, ed infine, tra i laici, di Montesperelli. Al magistero sinodale del vescovo e dei periti (periodo di preparazione) con cui si conclude la prima parte del volume, fa seguito la seconda con il testo dei decreti giovani, carità, beni ecclesiastici, vocazione comune alla santità, chiesa e territorio, ministerialità, catechesi, celebrazioni ed infine la famiglia. Segnaliamo poi, particolarmente, l’elenco delle parrocchie prima del Sinodo, delle Unità Pastorali e degli 8 Vicariati Foranei, che andranno poi a 9. La ristrutturazione dell’archidiocesi (parrocchie, Up e Foranie secondo le nuove indicazioni) è in appendice. Né di minore importanza appaiono la preghiera per il Sinodo e il giuramento-preghiera dei sinodali. Le dichiarazioni di comunione e o messaggi pontifici. Ci congratuliamo particolarmente con don Martelli che, da solo, ha non soltanto curato l’intero volume, ma ci ha anche regalato un prezioso Indice analitico che faciliterà enormemente la consultazione. Di singolare gradimento, nel corso della riunione, l’intrattenimento musicale a cura della Cappella del duomo (maestro Corrias alla direzione e maestro Sebastiani all’organo), con il Cantico delle Creature di Domenico Stella, l’Ave Maria di Bonaventura Somma e il famoso Inno a San Ponziano dell’ultimo Ottocento ( Filippo Mattoni): ogni brano con accompagnamento anche ad archi. Superfluo dire della generale soddisfazione per un pomeriggio così interessante e veramente degno di una città come Spoleto, oggi “Città del mondo”, secondo il programma comunale. Non resta che formulare i migliori auguri e, con mons. Fontana, esprimere il grazie più vivo agli organizzatori e intervenuti.

AUTORE: Agostino Rossi