Ne è morto un altro. L’hanno trovato per caso in un giardinetto di Madonna Alta, poco vicino ad una farmacia dopo che un signore verso le 7 del mattino affacciandosi dal suo terrazzino, l’aveva visto disteso per terra. Gli hanno trovato accanto una siringa. Ogni tanto si dovrebbero monitorare le farmacie, soprattutto quelle notturne, che potrebbero quantificare il numero di siringhe che vendono. In passato qualcuno aveva fatto la proposta di non vendere siringhe quando è certo che servono per iniettarsi la dose. I farmacisti sanno bene qual è il kit “per farsi”, come si dice. Ma è opinione comune che sarebbe peggio, perché provocherebbe il ricorso a siringhe già usate da altri, con evidenti pericoli di infezioni di malattie di ogni tipo. Il giovane morto, 30 anni originario di Gubbio, era conosciuto nel giro dei tossicodipendenti ed aveva un processo in atto per un incidente mortale di macchina che aveva provocato una vittima. A conti fatti siamo al numero 14 o 15 vittime dall’inizio dell’anno nella sola città di Perugia, una vera e propria capitale europea per morti per droga. Qualcuno ha voluto evocare Umbria Jazz. Ma un addetto al Pronto soccorso osserva che chiamate per overdose, a volte con esiti positivi, altre volte con fallimenti e inutili corse nella notte, arrivano in tutti i periodi dell’anno. I cittadini che si esprimono con spontaneità e in maniera diretta dicono che non c’è controllo sufficiente e non c’è repressione adeguata. I responsabili del governo cittadino nei vari settori non hanno il senso della gravità della situazione, e si rifugiano nell’idea che i cittadini abbiano una allarmistica percezione del problema. In realtà si deve dire che, come sempre, la lotta tra guardie e ladri non è mai stata capace di eliminare i ladri, nonostante la bravura e l’efficienza, con mezzi sofisticatissimi, delle guardie. Indubbiamente si deve fare di più e di meglio, e farlo in modo che la gente se ne accorga e lo sappia, e sia rassicurata sul fatto che – oltre ai ladri – ci sono anche le guardie. Ciò vale soprattutto sul piano della conoscenza del fenomeno, delle persone, dei luoghi, delle occasioni. Ma si deve soprattutto dichiarare il fallimento della prevenzione. Non se ne parla più neppure. Quella che dovrebbe svolgersi in famiglia e nella scuola e nelle opportunità culturali della vita collettiva. In tutti i settori della comunicazione predomina l’esaltazione della libertà individuale, fino all’estremo dello sballo e della trasgressione, che trova senso in se stessa anche a prescindere dal piacere: il piacere sta nel trasgredire come segno di emancipazione ed esperienza di libertà. Così si muore