Perugia, chiuse al culto alcune chiese dopo il terremoto. La lettera del vescovo Ivan

Dopo le scosse di terremoto registrate nelle ultime ventiquattro ore nell’Alta Umbria, sono in corso i sopralluoghi da parte degli enti civili e religiosi preposti in materia per accertare eventuali danni a chiese ed edifici dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in particolare nella zona dell’epicentro dell’evento sismico, tra i comuni di Umbertide e Perugia.

Inagibili la chiesa parrocchiale di Pierantonio e altre

La chiesa parrocchiale, la canonica e il campanile di Pierantonio (Umbertide) sono risultati inagibili con conseguente chiusura al culto, dopo aver riscontrato lesioni importanti delle parti strutturali. Così anche le chiese parrocchiali di Sant’Orfeto e di Rancolfo (Perugia), inagibili. Mentre la struttura di accoglienza Villaggio Santa Caterina e la chiesa parrocchiale di Solfagnano e di La Bruna (Perugia) sono agibili. Nella piccola chiesa della Madonna della Neve di Pian d’Assino (Perugia) sono state evidenziate lievi lesioni con distacco d’intonaco ed è stata chiusa al culto a livello precauzionale.

Lesioni anche all’abbazia di Montecorona

Simile situazione è stata rilevata nella millenaria abbazia-basilica minore di San Salvatore in Montecorona di Umbertide, dove sono visibili delle lesioni con distacco d’intonaco della volta centrale in due punti, al di sopra del presbiterio e dell’altare e della navata, con conseguente inagibilità momentanea del luogo di culto.

Il sopralluogo del vescovo Ivan Maffeis

Evacuate cinque famiglie a Cenerente

Il complesso parrocchiale di Cenerente (Perugia), chiesa, canonica ed appartamenti, sono stati dichiarati inagibili. Le cinque famiglie ospitate al loro interno vengono accolte in strutture diocesane. Ulteriori sopralluoghi sono in corso in altre parrocchie ed edifici dell’arcidiocesi perugino-pievese.

Il vescovo Ivan insieme a don Renzo a Montecorona

Accanto alle “pietre vive” segnate dal terremoto

La Chiesa perugina è accanto anche alle “pietre vive” segnate dal terremoto, prodigandosi con sacerdoti e collaboratori laici a monitorare non solo lo stato di “salute” del suo patrimonio storico-artistico, attraverso sopralluoghi con tecnici a chiese parrocchiali, canoniche ed edifici, ma anche delle persone che animano le comunità locali segnate da questa calamità naturale.

In quest’ultimo caso la Chiesa si è affidata agli operatori e ai volontari della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali delle località interessate, portando aiuti materiali, come i pasti caldi preparati dalla mensa “Don Gualtiero” del Villaggio della Carità di Perugia per diverse decine di famiglie che hanno trovato accoglienza la notte scorsa nei Cva di Pierantonio e Sant’Orfeto, e per quelle accolte in strutture diocesane del capoluogo umbro. Inoltre è da segnalare l’opera svolta dai volontari della Caritas dell’Unità pastorale di Ponte Pattoli impegnati fin dalle tarda serata del 9 marzo proprio nei Cva.

Assistenti sociali Caritas in ascolto

Nella prima giornata di emergenza è stata svolta anche un’opera di ascolto da parte dell’equipe di assistenti sociali della Caritas diocesana per le famiglie che hanno dovuto lasciare la propria casa in via cautelativa o perché la loro abitazione ha riportato lesioni importanti dal punto di vista strutturale. Quando si verificano delle gravi calamità naturali come un sisma, le persone più fragili e con maggiori difficoltà sono anche quelle più vulnerabili a cui non bisogna fare mancare attenzione e sostegno. Anche l’arcivescovo Ivan Maffeis, nel corso di questa prima giornata, ha raggiunto le località colpite incontrando parroci e famiglie, avendo per tutti parole di incoraggiamento, conforto e vicinanza umana e spirituale.

Gli aggiornamenti dopo le ultime verifiche

Intanto nella giornata odierna (11 marzo) proseguiranno i sopralluoghi ad altri edifici di culto, e saranno avviate le procedure per la messa in sicurezza delle opere d’arte e degli arredi sacri delle chiese già dichiarate inagibili. All’elenco dei luoghi di culto momentaneamente chiusi vanno ad aggiungersi le chiese di San Giovanni del Prugneto, Capocavallo e Coltavolino. Mentre le chiese dichiarate agibili, dopo il sopralluogo del pomeriggio del 10 marzo, sono quelle di San Giovanni del Pantano, Civitella Benazzone e Colombella. In quest’ultima frazione perugina è stato dichiarato inagibile l’edificio della scuola materna parrocchiale. A Cenerente, in via cautelativa, non sono agibili la chiesa e gli immobili contigui parrocchiali fino a quando non sarà messo in sicurezza il campanile lesionato.

Il vescovo Ivan scrive alle comunità terremotate

“All’indomani del terremoto che giovedì 9 marzo ha colpito alcune comunità della nostra diocesi, la fase del primo soccorso, da una parte, è fatta di scale e tetti saliti per verificare la sicurezza degli edifici; dall’altra, ha il volto dell’ospitalità, allestita per offrire rifugio a quanti si sono visti costretti a lasciare la propria abitazione”. L’arcivescovo della Chiesa perugino-pievese, mons. Ivan Maffeis, scrive così alla comunità diocesana per esprimere vicinanza spirituale e solidarietà a quanti sono stati colpiti dal terremoto.

“Alle famiglie accolte sotto il tendone di Sant’Orfeto – scrive ancora – si aggiungono le quattro che hanno trovato una sistemazione nel nostro vecchio Seminario. Altre per paura hanno preferito passare la notte in macchina. Lungo la strada che attraversa Pierantonio – chiusa poco prima di arrivare alla chiesa – le persone guardano in silenzio le proprie case. Chi alza lo sguardo lo posa sul campanile, che le scosse hanno fatto ruotare e di cui si teme una possibile caduta. A Cenerente il danno probabilmente è ancora maggiore. Vi si aggiungono le chiese di Capocavallo, Rancolfo, Coltavolino, Prugneto, Pian d’Assino: in questi borghi il terremoto le ha rese inagibili, causandone la chiusura. In condizioni migliori appare l’Abbazia di Montecorona, per cui rimane la possibilità di celebrare nella cripta. La struttura del Villaggio Santa Caterina tutto sommato ha retto bene; sugli ospiti pesano piuttosto le conseguenze del terremoto, in termini di timore e d’insicurezza. La gratitudine, oltre che ai vigili del fuoco e agli uomini della Protezione civile, va agli operatori e ai volontari della Caritas, ai vicari e ai responsabili dell’Ufficio tecnico della nostra diocesi. Alla luce del sopralluogo effettuato da questi ultimi, lunedì potranno riaprire le scuole paritarie. In questa terza domenica di Quaresima – conclude il vescovo Ivan – ricordiamo nella preghiera le comunità segnate dal sisma, i loro parroci, i diaconi, gli animatori: possano sperimentare, insieme al dolore, la nostra vicinanza solidale e affrontare con coraggio, dignità e fede anche questa prova”.

a cura di Riccardo Liguori ed Enrico Tribbioli

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